Antonio Areddu

ANTONIO AREDDU è nato a Roma nel 1958. Docente e pubblicista svolge anche attività seminariale presso la Facoltà di Filosofia dell'Università di Roma Tre. Si è occupato di storia locale della Toscana: La riabilitazione di Davide Lazzaretti. Il Cristo dell’Amiata (Il Messaggio, Grosseto, 1988); Gli insedimenti ebraici in Toscana (Il Messaggio, Grosseto, 1989); Il compagno toscano di Antonio Gramsci in cella: Amedeo Pecci (Il Messaggio, Grosseto, 1991); La storia di Amedeo Pecci (II Messaggio, Grosseto, 1991).

Con il MUSEO DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI di Roma – di cui è stato collaboratore – ha pubblicato due saggi: Utopie solari e utopie del riconoscimento. Le maschere. Il riso. Il comico (Ministero dei Beni Culturali, Roma, 1993) e Simbologia zoomorfica ed eterno ritorno nello Zarathustra di F. Nietzsche (Ministero dei Beni Culturali, Roma, 1994).

Come redattore della rivista di filosofia politica "Behemoth" ricordiamo i suoi scritti più significativi: Sul concetto di utopia in Ernst Bloch (Roma, 1987); Aldo Capitini e la non violenza (Roma, 1988); Azione e volizione in Benedetto Croce (Roma, 1990); Stato e sovranità in Benedetto Croce (Roma, 1993); Marx e la coscienza capovolta del mondo (Roma, 1997); Educazione e politica in J. J. Rosseau (Roma, 1998). Con Giorgio Penzo dell'Università di Padova ha partecipato al lavoro collettaneo Nietzsche. Atlante della sua vita e del suo pensiero (Rusconi, Milano, 1999). Attualmente sta lavorando ad una ricerca sui movimenti antifeudali alla fine del Settecento nel Logudoro in Sardegna.