Yashar Kemal (il cui vero nome è Kemal Sadik Gökceli) è considerato uno dei maggiori scrittori viventi, tanto che più volte è stato candidato al Nobel. Ed è anche uno dei più energici propugnatori delle istanze della cultura curda. Un uomo che si è sempre impegnato per la pacifica convivenza tra popoli, culture, lingue diverse, come ben testimonia il discorso pronunciato il 19 ottobre scorso alla Fiera del libro di Francoforte in occasione del conferimento del Premio per la pace dei Librai tedeschi. Intervento del quale sopra riportiamo ampi stralci. Un’attività per la pace e per i diritti delle minoranze che ha sempre dato fastidio a molti, soprattutto alle autorità di Ankara. E, infatti, nel corso della sua esistenza, lo scrittore è finito più volte in carcere, ed è stato sottoposto a processi per le sue idee. Un autore di fama mondiale, ma che da noi finora non ha forse il risalto che merita. L’editore italiano di Kemal, il milanese Tranchida, pubblica Terra di ferro, cielo di rame, secondo volume della cosiddetta «Trilogia della montagna», la cui pubblicazione è iniziata nel 1996 con Al di là della montagna e che si completerà con L’erba che non muore mai. Il suo romanzo di maggior successo è Memed, il falco, del 1965, tradotto in oltre trenta lingue.