Mao Tse-tung
Nato a Shao-shan nel 1893 da una famiglia di contadini agiati cinesi, si trasferì nel 1919 a Pechino, dove fu bibliotecario e insegnante aderendo al movimento nazionalista del “4 maggio” ed entrando poi in contatto con ambienti marxisti. Fu tra i fondatori del partito comunista cinese (1921), divenendone membro dell’esecutivo. Mentre la linea del partito privilegiava l’intervento tra la classe operaia, Mao si dedicò all’organizzazione delle masse rurali. Nel 1927, durante la repressione operata dal Kuomintang, si rifugiò nella regione dello Hunan dove organizzò le prime strutture del nuovo Stato cinese e un apparato politico-amministrativo di massa. Nel 1931 divenne presidente della Repubblica del Jiangxi e tra il 1934 e il 1935, attaccato dalle forze reazionarie, guidò una ritirata strategica divenuta famosa con il nome di “Lunga Marcia” attraverso gran parte della Cina fino a raggiungere Yan’an nello Shaanxi. In questa “migrazione” di dimensioni bibliche si consolidò il rapporto tra esercito popolare, guidato da Mao, e masse popolari cinesi. Tra il 1935 e il 1945 definì i capisaldi del suo pensiero politico pubblicando diversi saggi militari, politici, filosofici, culturali (Sulla lettratura e l’arte, 1942). Nel 1949, sconfitti i giapponesi e le forze del Kuomintang, Mao proclamò la Repubblica Popolare Cinese. Tra il 1959 e il 1964 rimase politicamente in secondo piano; ma, nel 1965, con la “rivoluzione culturale” imprime una profondissima trasformazione del paese. Muore a Pechino nel 1976.