Rodolfo Mondolfo è stato, come di lui scrive Giovanni Reale, «uno dei più grandi storici della filosofia italiana del Novecento», e a lui può ben riferirsi il profondo pensiero di Enrico Berti: «Una storia della filosofia, che non sia anche ricerca della verità, intesa come valore eterno, potrà interessare, ammesso che sia possibile, all’erudito o all’antiquario, ma non all’uomo che voglia esercitare integralmente la propria umanità».
Mondolfo, in questo suo imperituro esercizio, ha insegnato nelle Università di Torino e di Bologna. Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Nel 1939, a seguito delle leggi razziali promulgate dal fascismo, si trasferisce in Argentina, dove ha insegnato nelle Università di Córdoba e di Tucumán. In Argentina è morto a Buenos Aires. Tra le sue opere: Il materialismo storico in F. Engels (1912); Sulle orme di Marx (1919); L’infinito nel pensiero dei Greci (1934); Problemi e metodi di ricerca nella storia della filosofia (1935); La comprensione del soggetto umano nella cultura antica (1955); Il pensiero politico nel Risorgimento italiano (1959); Cesare Beccaria (1960); Da Ardigò a Gramsci (1962); Il concetto dell’uomo in Marx (1962); Umanismo di Marx. Studi filosofici (1908-1966); Il contributo di Spinoza alla concezione storicistica (1970); Polis, lavoro e tecnica (1982). Nel 2010 Petite Plaisance ha pubblicato, con introduzione di Giovanni Casertano, Gli albori della filosofia in Grecia; nel 2020 Alle origini della filosofia della cultura e Moralisti greci. La coscienza morale da Omero a Epicuro; nel 2022 Conoscenza e sentimento in J.-J. Rousseau. Libera personalità, principio di libertà e spirito comunitario, Sulle orme di Marx e Problema umano e problema cosmico nella formazione della filosofia greca.