William Xerra

Nato a Firenze, nel 1937, vive attualmente nei pressi di Piacenza. è nell’attenzione all’informale d’oltralpe ed alle tematiche del segno e della materia che a metà degli anni Sessanta avvengono le prime ricerche dell’artista. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio di quelli Settanta l’attenzione si sposta al tema dello spazio sia in ambito serigrafico che in ricerche ambientali.

Nel 1967 la frequentazione di poeti ed intellettuali cresciuti nell’ambito del Gruppo ’63 induce nell’artista i primi interessi per la poesia visiva e a tematiche di intersezione fra pittura e scultura. Nel 1968 partecipa alla “Expo Internaciónal de novissima poesia” a Buenos Aires, in questi stessi anni vengono realizzati i primi libri-oggetto, così come ha inizio il sodalizio con Corrado Costa e la collaborazione con Pierre Restany.

Nel 1972 fa la sua comparsa il “VIVE” sulle stampe tipografiche ripetutamente sovraimpresse e quindi scartate. Tale ricerca rimane costante negli anni successivi e si concentra sui valori testuali del segno pittorico. Tra il 1970 e l’inizio degli anni Ottanta, utilizza anche la performance come mezzo espressivo per azioni rivolte all’ambiente, alla situazione sociale e politica, al confronto con la storia dell’arte. Nel 1978 partecipa con una istallazione video alla mostra “Venerezia” allestita a palazzo Grassi. Del 1979 è percorso rituale nei sassi di Matera e degli anni Ottanta un deciso ritorno alla pittura.

Alla fine degli anni Ottanta accetta grandi commissioni di affreschi in Arabia Saudita e all’inizio degli anni Novanta in una villa patrizia nelle campagne di Ascoli Piceno, come ritorno al “gesto ambientale” alla riflessione sulla grande dimensione. In questi anni si occupa anche di design progettando oggetti di arredamento e suppellettili.

Nel 1991 partecipa a “Metafora dell’oggetto” al centro Domus di Milano. Nel 1993 è presente alla XVL Biennale di Venezia e a quella di Chicago.

Numerose le monografie: cfr. quella di Gillo Dorfles (Prearo), di Aldo Tagliaferri (Mazzotta), di Arturo Carlo Quintavalle (Skira), etc.