La serie di eventi storici contemporanei denominata “globalizzazione capitalistica” “sconvolge il tradizionale panorama storico, politico e culturale in cui si erano formate la Destra e la Sinistra. Nonostante il crescente disagio a definire le differenze e le opposizioni, vi è come un’invincibile resistenza a lasciar cadere la dicotomia, certamente causata dalla legittima paura dello spaesamento e del sentirsi orfani di radici, identità e appartenenze.
Occorre superare a nostro avviso questa pure sacrosanta paura. L’odierna “globalizzazione capitalistica” ha infatti una natura di destra in economia, di centro in politica e di sinistra nella cultura che sconvolge ogni dicotomia, reimposta ormai dall’alto per organizzare simbolicamente lo spazio politico. Inoltre, le nozioni di Destra e di Sinistra non hanno alcuna consistenza veritativa, ma si muovono in un mondo virtuale ed ideologico.
In questo saggio vengono sottoposte a critica le posizioni di Norberto Bobbio sulla dicotomia destra/sinistra, di Marco Revelli sulle nuove soggettività sociali comunitarie, di Marco Tarchi sull’evoluzione della “nuova destra”, ed in generale dell’oscillazione disegualitaria della destra fra Julius Evola e Silvio Berlusconi. Il senso generale del discorso qui condotto tende a salvare le ragioni della memoria storica che hanno legittimato l’opposizione fra Destra e Sinistra, e nello stesso tempo ad impedire che il salvataggio di queste ragioni impedisca di mettere a fuoco le nuove contraddizioni etniche, religiose, culturali e sociali provocate dall’inedito presente della “globalizzazione capitalistica” in cui siamo immersi.