In un generale panorama intellettuale dove dilagano l’acquiescenza e il conformismo, è di un certo conforto constatare che diverse voci ancora si levano per denunciare il disastro che la riforma del ministro Berlinguer sta apportando e continuerà ad apportare alla scuola italiana. Nei numeri scorsi questa rivista si è già occupata degli efficacissimi e combattivi libri di Lucio Russo (Segmenti e bastoncini, Feltrinelli 1998) e di Fabrizio Polacco (La cultura a picco, Marsilio 1998). A questi si è aggiunto pochi mesi fa il volume dedicato ai problemi della scuola da uno dei maggiori interpreti della cultura e della civiltà letteraria del mondo antico; un volume che nell’autunno del 1999 proprio Russo e Polacco hanno presentato a Firenze, ancora fresco di stampa, di fronte a un pubblico molto nutrito, nel quale spiccavano numerosissimi gli ex allievi di un maestro che ha formato diverse generazioni di insegnanti e di studiosi (Antonio La Penna, Sulla scuola, Laterza 1999). Con le idee di La Penna, come con quelle di Russo, mostra più di un elemento di convergenza (e anche, però, di significativa divergenza) il recentissimo L’agonia della scuola italiana di Massimo Bontempelli (CRT 2000): lo menziono in apertura perché in séguito mi toccherà di tornare ad accennarvi …