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Ebook 1044
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Maura del Serra
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La poesia e l’icona: due scienze della soglia.
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Articolo pubblicato su Le opere e i giorni, Periodico di cultura, arte, storia Anno IX, NN. 1-3 Gennaio/Settembre 2006 Direttore responsabile: Carmine Fiorillo, pp. 9.
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autore - sintesi
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Nella sacralizzazione spazio-temporale che è universalmente propria del rito, ad ogni latitudine ed altezza di civiltà, due forme artistiche in apparenza incongrue e disomogenee, se non storicamente ed espressivamente dissonanti si propongono invece alla nostra attenzione cognitiva come due vere e proprie «scienze della soglia», ossia come ponti insieme pazienti e vertiginosi tra il mondo visibile e quello invisibile, tra la somiglianza e l’identità (le antiche omoiusìa ed omousìa, foriere di tante controversie teologiche nella patristica), tra la veste estetica e il corpo etico-spirituale dell’Essere che viene evocato ed «inscenato». L’una, visivo-verbale e sonora, è la poesia (in particolare, qui, la poesia occidentale antica e moderna); l’altra, visivo-figurale, è l’icona, in particolare l’icona russa nel suo rigoglio medievale-rinascimentale delle scuole di Mosca, Pskov e Novgorod. In questa mia prospettiva analogica e «del profondo» che considera cioè queste due forme artistiche sotto la specie noetica e simbolica, non metastorica ma certamente trans-storica la poesia appare come soglia psichica della visione spirituale, consustanziata, anche al suo massimo grado di impersonalità, dell’anima individuale del suo autore, del ventaglio di colori della sua «aura», che tendono all’unità contemplativa e pan-armonica della luce pura.
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