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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Ebook 1048

Alberto Giovanni Biuso

Intelligenza artificiale e crisi dell’identità umana.

Articolo pubblicato su Koinè (Dinamiche della crisi), Anno X, NN° 2-4 – Luglio/Dicembre 2003; Direttore responsabile: Carmine Fiorillo; Direttore: Luca Grecchi, pp. 29.

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La domanda sull’identità dell’essere umano sta al cuore della riflessione filosofica, da sempre. Per quanto ne sappiamo, sembra che solo l’Homo sapiens sapiens sia in grado di porsi degli interrogativi sulle proprie origini, sulle cause del mondo, sull’interazione fra il nostro essere e ciò che noi non siamo. E tutto ciò che indaghiamo è in realtà parte di questa domanda su di noi, parte del bisogno che abbiamo di conoscere noi stessi. Le matematiche sono un’invenzione della mente umana; indaghiamo il cosmo per comprendere meglio il nostro abitare in questo piccolo pianeta posto alla periferia di una delle innumerevoli galassie che si muovono in uno spazio senza limiti; le scienze fisiche e naturali partono sempre dalla nostra corporeità e sempre a essa ritornano, sia come conoscenza pura che in quanto applicazione tecnologica, terapeutica, alimentare. La storia è per definizione la nostra storia; le religioni fanno ruotare persino il divino intorno ai destini della nostra specie; la questione del significato ci tormenta senza posa come un pungolo dal quale si generano tutte le arti e le filosofie.
Con il resto del mondo biologico condividiamo tutto: geni, ambiente, bisogni, limiti. Sappiamo però che l’intelligenza è una nostra peculiarità. E l’intelligenza in che cosa consiste esattamente? Essa è comprensione non solo degli oggetti ma anche dello strumento che su di essi indaga; è autocoscienza e non soltanto coscienza dell’ambiente nel quale un organismo è immerso e nel cui metabolismo la vita consiste; è capacità di trovare soluzioni anche diverse a problemi ricorrenti; è facoltà di apprendimento rispetto al vissuto e di infinita autocorrezione. L’intelligenza umana, soprattutto, è in grado di porre a se stessa degli interrogativi che penetrano il mondo cercandone una spiegazione quanto più possibile completa.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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