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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Ebook 1064

Giancarlo Paciello

Il sionismo, l’olocausto e lo Stato d’Israele.

Roma, 2005, pp. 18.

indice - autore - sintesi

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Intendo precisare fin dall’inizio che il titolo del mio intervento rappresenta soltanto una successione cronologica, non certo un rapporto di causalità. Non c’è rapporto di causalità ovviamente tra sionismo e olocausto, non c’è rapporto di causalità, anche se ancora in troppi lo pensano, tra olocausto e Stato d’Israele, c’è invece uno stretto rapporto di causalità, sia pure compatibilmente con le casualità della storia, tra sionismo e Stato d’Israele.  Ed è in questo quadro di causalità (vere o soltanto supposte e talvolta maliziosamente proposte), che intendo muovermi, tentando in primo luogo di significare storicamente il punto di partenza, il sionismo. per poi procedere, anche se non sistematicamente, nel collegare i due eventi, assai diversi del resto tra loro: il primo, per la tragicità nei confronti, in prevalenza, della comunità ebraica dell’Europa orientale, e il secondo, per la drammaticità nei confronti della comunità palestinese. Il tempo è assai poco, ma cercherò anche di evidenziare i nessi (reali o strumentali) tra i due eventi del titolo.

E’ perciò necessario dedicare buona parte dell’intervento al sionismo, sia pure a volo d’uccello, ma cercando di coglierne gli elementi essenziali. Una parte significativa del mio intervento, al quale, per questo motivo, attribuisco una certa originalità, è dedicata ad una riflessione sulla comunità ebraica della Russia zarista, la componente sociale che darà realmente vita al fenomeno sionista, non tanto dal punto di vista teorico, quanto dal punto di vista della realizzazione pratica.

 



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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