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Scritta su commissione nel 1989 (in occasione della beatificazione di Madre Margherita Caiani, fondatrice delle Suore Minime del Sacro Cuore) e già pubblicata in Hystrio, n. 4 di quell’anno, La Minima di Maura Del Serra a distanza di quasi un decennio mantiene vivo e transitivo il suo carattere di specchio drammatico della coscienza individuale e comunitaria del nostro tempo, segnata da laceranti dicotomie e trasformazioni, qui incarnate dai personaggi dell’Uomo e della Donna, che interagiscono con la Suora protagonista in una sorta di rivelatrice “lotta con l’angelo” dell’assoluto nel quotidiano, come del resto accade ai coprotagonisti degli altri testi drammatici in versi e in prosa della Del Serra, precedenti e successivi a questo (La fonte ardente, La Fenice, L’albero delle parole, Andrej Rubljòv, Lo Spettro della Rosa, Agnodice) dedicati rispettivamente a Simone Weil, a Suor Juana Inés de la Cruz, a Don Milani, a Nijnskij, ad una straordinaria donna-medico ellenistica; nelle rivisitazioni mitiche contemporanee de Il figlio, Specchio doppio, Guerra di sogni, e nei versi per la danza di Stanze.
Evitando le secche di un didattismo oleografico e devozionale, La Minima si ripropone quindi come “lettura della santità” in chiave di forte ed agonica umiltà creaturale, che diviene natura e senso segreto della storia.
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