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In questo volume l’autore, pur non rinnegando la sua formazione marxista, tenta comunque un radicale mutamento di paradigma rispetto al marxismo classico, che sembra ormai abbandonato, e sconfessato, da quasi tutti coloro che in passato si crogiolavano in esso. Il passaggio dalla centralità della proprietà dei mezzi di produzione considerata quale carattere fondamentale del capitalismo soltanto in date fasi di sviluppo di tale formazione sociale a quella del conflitto tra le varie strategie dei gruppi dominanti, implica profonde trasformazioni dell’impianto teorico formulato da Marx. Le conseguenze di questo mutamento paradigmatico sono tante che non possono essere sintetizzate in poche righe. L’autore affronta i punti nodali di oltre un secolo di dibattito marxista, mostrando i lati decisamente superati e storicamente confutati della vecchia impostazione e la possibilità di un deciso rinnovamento teorico. Certamente, viene persa la convinzione dell’inevitabile superamento del capitalismo grazie all’acuirsi della contraddizione tra capitale e lavoro (tra borghesia e proletariato o classe operaia) supposta, in tempi non lontanissimi, come causa decisiva di una rivoluzione in direzione del socialismo e comunismo. Nella storia ci sono probabilità e non necessità, sviluppi non lineari né predeterminati nel loro sbocco. L’elemento più dinamico della trasformazione sociale sembra essere la conflittualità intercapitalistica (non solo di carattere economico), che apre congiunture di crisi aperte alla possibilità di soluzioni diverse, molte delle quali sono solo passaggi di fase interni al capitalismo stesso.
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