La tendenza alla personalizzazione e alla spettacolarizzazione della politica ha prodotto fra le altre conseguenze, anche in Italia, un aumento quantitativo e un mutamento qualitativo delle informazioni relative alla “persona” dei leader nazionali e locali, sia istituzionali che di movimenti e di partito. Contemporaneamente si è sviluppata una modalità narrativa di rappresentazione degli avvenimenti politici in cui sempre maggior spazio ha la mimesi del “discorso ordinario”. Leader e commentatori raccontano in diretta gli avvenimenti della politica in modo “romanzesco” costruendo le vicende secondo la tecnica di un racconto aperto, continuamente aggiornato, in cui le scelte e le decisioni effettive vengono sradicate dal contesto (e dalle logiche) in cui sono state prodotte per essere riproposte in forma “emozionale” personificata (Boorstin 1963; Meyrowitz 1985; Mongardini 1994).
Potrebbe trattarsi di un aspetto della “politica dell’identità” che, a detta di Giddens (1991), diventerebbe nella tarda modernità una pratica comune ai soggetti politici in generale (o ai soggetti tout court) come è già stato riconosciuto per i movimenti, in reazione alla definitiva affermazione della globalizzazione. Più direttamente, però, il fenomeno di drammatizzazione e semplificazione ha le sue radici nei processi sociali da tempo posti alla base della personalizzazione del potere (Mabileau 1964; Cavalli 1987a; Edelman 1988; Cavalli 1994).
Questo modo di rappresentare la politica non sembra possa essere ricondotto semplicisticamente ad un’impostazione antideterministica, del resto caratteristica di ogni concezione della leadership, né debba essere attribuita autonomamente ai media della comunicazione politica, per quanto sia stato ripetutamente sottolineata la loro influenza in questa direzione.
Gli strumenti, i modi, con cui oggi vengono diffuse le informazioni sulla persona del leader politico possono essere raggruppati in diverse categorie, dal curriculum - che in realtà è il genere rimasto maggiormente ancorato ad una forma standard tradizionale, anche quando è cambiato il supporto con cui viene comunicato (per ora i curricula presentati su Internet sono nella maggior parte dei casi gli stessi de “La Navicella”) -, agli articoli con notizie personali, alle interviste biografiche, alle biografie giornalistiche. Il fenomeno più rilevante è in sostanza quello dell’incremento di produzione di materiale di carattere autobiografico “in diretta” da parte del leader.
Il concentrarsi dell’attenzione sui leader come personaggi quotidiani e l’inserimento del loro effettivo operato in un racconto ispirato ad una “concezione romanticizzata della leadership” (Meindl et al. 1985; Chen 1991) sembrano essere fenomeni che, comunque, hanno condizionato profondamente il modo di intendere la politica negli ultimi anni offuscando la possibilità di comprensione delle dinamiche strutturali del processo di personalizzazione con le sue potenzialità e i suoi effetti perversi.
In questo contributo si riprendono alcuni strumenti concettuali utilizzati dagli studiosi per valutare il ruolo personale del leader, per passare poi ad esaminare se è possibile un riutilizzo del recente dibattito sviluppatosi nella scienza sociale sulla biografia e sull’identità narrativa.