Il lettore di questa biografia storica di Gesù scritta da Massimo Bontempelli scopre ben presto, con sorpresa e piacere, che un normale metodo di indagine storica, chiaramente illustrato nel primo capitolo, può oggi restituirci un’immagine di Gesù che non sia né un santino edificante né una banalizzazione sminuente. Nel secondo capitolo tale metodo viene messo alla prova con la questione più spinosa e più decisiva per la precomprensione del testo evangelico, quella della risurrezione. Ne viene fuori la realtà di un incontro con Gesù dopo la sua morte, anche se il suo corpo non è mai tornato in vita. Nei capitoli successivi sono messi a fuoco i momenti più importanti della vita di Gesù, dal suo iniziale rapporto con Giovanni Battista fino al tragico esito finale della sua missione a Gerusalemme. Alla fine Gesù emerge come personaggio storico, collocato in luoghi e tempi ben precisi, in mezzo a reali conflitti politici e religiosi, ma nello stesso tempo come figura espressiva di valori eternamente umani.
Chi è realmente stato, nella sua effettiva esistenza e non nell’immaginazione dei posteri, quello straordinario personaggio che ha portato il nome di Gesù?
A questa domanda non potrà mai essere data una risposta definitiva. La biografia storica scritta da Massimo Bontempelli la affronta tuttavia in una prospettiva nuova ed illuminante, facendo emergere una ricostruzione della sua vicenda tanto sorprendente quanto realistica e persuasiva. Tale ricostruzione non proietta su Gesù né la figura teologica del Cristo elaborata dal successivo cristianesimo, né una qualsiasi altra aspettativa ideologica. Non ne appiattisce però il profilo a quello di un profeta come tanti altri, e neppure segue la scorciatoia ipercritica di considerarlo storicamente inconoscibile. Le fonti evangeliche sono trattate come documenti umani di natura religiosa, da vagliare con una severità critica non minore, ma neanche maggiore, di quella che sarebbe usata con ducumenti simili non altrettanto coinvolgenti.
La divinizzazione della figura umana di Gesù non è solo un fatto religioso, ma è anche un enigma della storia della filosofia occidentale.
L’analisi di questo enigma può aprire interessanti prospettive su questioni storiche di scottante attualità. In questo saggio si propone un breve “attraversamento” degli ultimi trecento anni di storia della filosofia, nel presupposto che la secolarizzazione non abolisce integralmente, ma trasforma un precedente contenuto religioso.
Fra le varie proposte interpretative segnaliamo: la posizione di Spinoza, per cui Gesù è la via privilegiata per l’amore intellettuale di Dio, cioè della verità come unione di sincerità e di carità; la concezione di ateismo in Hegel come progressiva perdita di interesse e di tensione nella ricerca comune della verità; il rifiuto di una interpretazione filosofica di Marx nei termini abituali di ateismo materialistico o di agnosticismo laico; la complementarietà, e non la contrapposizione, delle figure del Superuomo e dell’Oltreuomo nella teoria della morte di Dio di Nietzsche; ed infine, il rifiuto di Heidegger di concepire la riflessione filosofica come padronanza tecnica del futuro.
Queste proposte interpretative (ed altre qui non richiamate, ma presenti nel testo) configurano un profilo filosofico unitario. Si tratta del superamento della dicotomia fittizia fra “credenti” e “non credenti” come dichiarazioni aprioristiche di appartenenza alla luce di una ridefinizione di questi termini sulla base preventiva di una comunicazione dialogica aperta e disponibile a “ricevere” novità impreviste.
La riflessione filosofica condotta da Costanzo Preve è indipendente dalle proposte specifiche della vita di Gesù di Massimo Bontempelli, ma si situa nella stessa prospettiva storica e morale, e pertanto ne presuppone la lettura e l’assimilazione critica.
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