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QUANDO ROVINÒ LA TORRE DI SILOEtc "QUANDO ROVINÒ LA TORRE DI SILOE"
Stiamo probabilmente entrando in una delle epoche più buie della storia del genere umano, in cui violenze chiameranno violenze, sangue chiamerà sangue, distruzioni chiameranno distruzioni. Occorrerebbero, per evitare di entrare definitivamente in questo tunnel, pensiero critico e senso morale. Il clima di guerra, invece, moltiplicando le infamie dei dirigenti politici, il servilismo bugiardo dei mezzi di informazione (dovremmo dire disinformazione), e il conformismo ignorante delle masse, inibisce, calunnia e soffoca ogni considerazione razionale degli eventi ed ogni ricerca della verità.
In una veglia per la pace, tenutasi il 17 settembre scorso nella Chiesa Cattedrale di Pistoia, monsignor Simone Scatizzi, vescovo della diocesi pistoiese, ha detto importanti parole di verità, richiamando un passo del Vangelo la cui lettura risulta, alla luce dei drammatici eventi dell’ultimo periodo, davvero impressionante. Andiamo a leggere infatti il capitolo tredicesimo del Vangelo di Luca. Vi troveremo la menzione di un massacro prodotto da un atto terroristico, compiuto dallo stesso prefetto della Giudea Ponzio Pilato. Sentiremo parlare inoltre di uomini morti schiacciati dalla caduta di una torre (una torre!), quella di Siloe.
A proposito di questo drammatico evento, «alcuni uomini», non meglio precisati, interrogando Gesù, lo mettono di fronte ad un difficile dilemma teologico e morale: se i morti della torre sono stati vittime innocenti, come può un Dio di giustizia averli puniti riservando loro quell’atroce destino? E se invece la loro morte è andata a punire qualche loro colpa, perché tanti altri colpevoli, compresi i terroristi come Ponzio Pilato, rimangono impuniti?
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