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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 085

Raffaele Accarino

Soledad de mi transito detenido en la tierra. Il Che: le foto, gli scritti, come specchio dell’anima. Con testi di: Wolf Biermann, Gabriel Garcia Marquez, Cesare Sermenghi, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Daniele Silvestri, Luis Ragelio Nogueras, Carlos Puebla, Modena City Ramblers, Julio Cortázar.

ISBN 88-7588-084-0, 2006, pp. 160, formato 140x210 mm., € 15,00.

In copertina: Una immagine del Che realizzata da Raúl Corrales nel 1959.

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15,00

Il 9 ottobre del 1967 fu un brutto giorno per i giovani della mia generazione, per quelli che avevano visto nel Che il simbolo del riscatto dalle ingiustizie del mondo. Il Che fu assassinato, perché d’assassinio si trattò: era prigioniero e fu ucciso a sangue freddo, un omicidio ancor più abietto perché frutto del tradimento. Credettero di cancellarlo come si può cancellare una parola da un foglio di carta: non si resero conto d’aver creato un mito.
Sono passati gli anni, la giovinezza non è più mia compagna; nell’animo però, rimangono vivi l’ammirazione e la stima per quanti, donne e uomini, hanno lottato e lottano fino all’estremo sacrificio per la libertà e l’uguaglianza, per un mondo senza frontiere e senza padroni.
Ho riscoperto l’uomo Ernesto Guevara attraverso la sua attività di fotografo, leggendo i suoi scritti, “conoscendo” le donne più importanti della sua vita, ascoltando canzoni e poesie che nel tempo gli sono state dedicate; mi è piaciuto riunire in queste pagine alcune delle cose che mi sono più care.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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