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Le varie analisi dell’impresa sono coerenti con l’impostazione generale delle teorie economiche in cui sono inserite, o quella più tradizionale di tipo neoclassico o quella critica di derivazione marxista, ecc. Il genere, tutte concepiscono questa entità economica come unità di produzione. In tempi più recenti, pur nell’ambito dell’impostazione neoclassica, si sono diffuse trattazioni più interessanti, capaci di afferrare con maggior precisione l’articolazione interna dell’impresa e le sue non univoche relazioni con lo spazio economico, il mercato, in cui essa sviluppa la sua attività. L’impostazione economistica dell’analisi non viene però mai sostanzialmente superata, né viene in evidenza come le relazioni tra imprese e mercato mutino in base al ripresentarsi di fasi ricorsive dello sviluppo capitalistico. In questo testo vengono tracciati alcuni criteri guida per reimpostare il problema dell’impresa, e i suoi rapporti con mercato e società nel suo complesso, individuando il suo carattere di aggregato di entità produttive, fra loro coordinate da un apparato che ha eminenti funzioni politico-strategiche. Dell’impresa si mette in rilievo il suo aspetto di microsocietà, che non è riflesso speculare della società capitalistica complessiva, ma costituisce comunque la base per cogliere la complessa struttura relazionale di quest’ultima, le sue contraddizioni intrinseche, le sue attuali più profonde pulsioni interne che, al di sotto dell’apparenza organizzativa, spingono al disordine crescente su scala mondiale.
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