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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 114

Costanzo Preve

Il crepuscolo della profezia comunista. Il futuro oltre la scienza e l’utopia.

ISBN 88-87296-08-1, 1998, pp. 48, formato 140x210 mm., Euro 5 – Collana “Divergenze” [4].

In copertina: In copertina: Maurits C. Escher, Relatività, 1935.

indice - presentazione - autore - sintesi

5,00


La dicotomia utopia/scienza è stata a lungo, e tuttora è per molti, la polarità concettuale dentro cui pensare le nozioni di socialismo e di comunismo. È filologicamente indiscutibile che Marx ed Engels abbiano pensato all’interno di questa dicotomia, e l’abbiano anche esplicitamente difesa, anche se si può fondatamente sostenere che lo abbiano fatto oscillando fra due diverse (ed inconciliabili) nozioni di scienza. All’utopia si contrapponeva positivamente la scienza, o inversamente si proponeva di “tornare all’utopia” quando la scienza deludeva e mostrava i suoi limiti positivistici.
In questo breve saggio si propone di abbandonare tale oscillazione pendolare, congedandosi risolutamente da essa.
E soprattutto si propone l’abbandono della pretesa di padronanza concettuale sul futuro (una pretesa conservata dalla coppia opposizionale e complementare di utopia e scienza), perché del futuro non v’è trasparenza non solo nelle forme (questo lo diceva già Marx), ma anche nel contenuto.
Il congedo dalla dicotomia bloccata utopia/scienza è dunque una specificazione secondaria di un congedo più radicale, quello dalle idee di padronanza e di trasparenza del futuro. Del futuro non si dà né trasparenza né padronanza non solo nelle forme (imprevedibili per definizione) ma anche nel contenuto.

L’appendice, che è indipendente dal saggio, ma che contribuisce a chiarirlo concettualmente ed a segnalarne le principali fonti che lo hanno “stimolato”, richiama brevemente tre concettualizzazioni sul rapporto fra capitalismo e comunismo (Gianfranco La Grassa, Bernard Chavance, Ernst Lohoff).



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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