Questo libro cerca di argomentare la tesi della fondamentalità dell’umanesimo nella filosofia platonica. Esso si divide in due parti. La prima si occupa della Grecità, la seconda di xe "Platone"Platone.
La prima parte costituisce, in sostanza, un breve sunto dell’inquadramento generale del pensiero della Grecità che abbiamo realizzato nel libro L’umanesimo della antica filosofia greca, che del presente costituisce la base di riferimento. In quel testo abbiamo presentato, autore per autore, tutti i principali contenuti umanistici del pensiero greco.
Di questi argomenti svolgeremo qui solo una sintesi, necessaria a meglio esporre la seconda parte, propriamente dedicata alla filosofia di Platone.
Per poter argomentare la tesi della centralità dell’umanesimo nella filosofia greca, ed in particolare platonica, è stato necessario innanzitutto definire il concetto di umanesimo, che nella storia del pensiero filosofico è stato spesso utilizzato in maniera vaga. L’umanesimo sarà qui definito come la ricerca della compiutezza delle componenti razionali, morali e simboliche che costituiscono l’essenza dell’uomo, nel rispetto dei limiti della natura.
Data questa definizione, è facile comprendere come fu dalla ricerca umanistica che, nel pensiero greco, nacque la filosofia, e non viceversa. Solitamente si ritiene invece che la filosofia greca sia iniziata come ricerca sui principi primi della natura, e solo dopo si sia posta come ricerca sull’uomo.
Quest’ultima opinione regge però solo ad una lettura eccessivamente aristotelica della filosofia, ponente come data di inizio della stessa la riflessione dei pensatori cosiddetti “naturalisti”. Ad una lettura più ampia del pensiero greco, emerge invece che l’uomo immerso nella totalità sociale fu costantemente il centro di riferimento della Grecità, anche di quella che fu poi definita fisiocentrica, teocentrica od ontocentrica. Ciò è peraltro verificabile analizzando l’epica, le cosmogonie, le teogonie, la riflessione sapienziale, la letteratura, la poesia, l’arte ed il teatro greci.
La filosofia, dunque, nacque in Grecia dalla ricerca umanistica, ossia dalla ricerca sull’uomo che, nel cosmo, desidera conoscere e realizzare la pienezza del proprio essere. La filosofia poi, di ritorno, fornì alla ricerca umanistica quella stabile struttura onto-assiologica necessaria a porsi con compiutezza. Essa, del resto, fu sin dagli inizi finalizzata alla ricerca di norme razionali in grado di consentire all’uomo di distinguere il vero dal falso, e di norme morali in grado di distinguere il bene dal male.
La seconda parte è invece interamente dedicata al pensiero di xe "Platone"Platone. In essa si sosterrà non tanto la tesi (valida appunto per i preplatonici) che per Platone l’uomo fu il riferimento centrale dell’essere, quanto la tesi che l’uomo fu il fondamento della verità dell’essere.
Le due parti di questo testo sono speculari. Così come, nella prima parte, la tesi della centralità dell’umanesimo nella filosofia greca è argomentata sia con una pars construens che con una pars destruens, ciò accade anche per la tesi della fondamentalità veritativa dell’umanesimo nella metafisica di Platone. Più nel dettaglio, così come per la Grecità nel suo complesso la pars construens è costituita dalla evidenziazione della centralità dei contenuti umanistici presenti nel pensiero greco, allo stesso modo, per la metafisica di Platone, la pars construens è costituita dalla evidenziazione della fondamentalità dei contenuti umanistici presenti nella quasi totalità dei dialoghi platonici, anche in quelli tradizionalmente definiti come cosmologici, teologici od ontologici. Proprio la evidenziazione della non centralità dei contenuti cosmologici, teologici ed ontologici, costituirà invece la pars destruens comune sia alla analisi della Grecità che della metafisica di Platone.
La seconda parte si svilupperà nel modo seguente. Dapprima si analizzeranno i quattro paradigmi principali della interpretazione del pensiero platonico succedutisi nei secoli; dopo ciò si argomenterà la sistematicità del pensiero di Platone; si evidenzieranno poi i contenuti umanistici presenti nei dialoghi, e si cercherà infine di delineare un quinto e nuovo paradigma interpretativo, definito metafisico-umanistico. Si mostrerà in particolare, in esso, che è l’anima, intesa come essenza dell’uomo, a rappresentare, nel pensiero di Platone, il fondamento della verità dell’essere.
Ciò in quanto l’essere, inteso come la totalità di ciò che è, ad una attenta analisi assume il proprio significato (gli enti e le relazioni che lo compongono assumono il proprio significato) solo grazie alla struttura dell’anima umana, in modo conforme e derivato da tale struttura. L’essere platonico è dunque ontologico, assiologico ed analogico, in quanto l’anima umana è, nel pensiero di Platone, razionale, morale e simbolica. L’essere è ciò che è, insomma, in quanto l’uomo è ciò che è.
Mediante la esplicitazione che l’uomo è, nel pensiero di xe "Platone"Platone, l’implicito fondamento della verità dell’essere, la struttura filosofico-politica ricavata dal discorso platonico riceverà una maggiore concretezza, profondità e compiutezza.