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Cat.n. 105 |
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Andrea Cavazzini
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La forma spezzata. Note critiche sulla tarda filosofia di Lukàcs.
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ISBN 88-87296-18-9, 1998, pp. 72, formato 140x210 mm., Euro 7 Collana “Divergenze” [10].
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In copertina...
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indice - presentazione - autore - sintesi
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€ 7,00 |
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Oggi dimenticato da tutti, Lukàcs è stato comunque uno dei più grandi filosofi del Novecento. Proprio grazie all’oblio in cui è caduto in seguito al crollo delle opzioni politiche cui il suo nome era legato, oggi può essere riscoperto del suo pensiero quanto trascende le contingenze storiche e si afferma invece come interpretazione veritativa dell’Essere.
Lukàcs, seguace dei grandi pensatori dell’età di Goethe, concepisce la destinazione dell’uomo in termini di forma, cioè di una totalità armonica delle determinazioni della vita umana; una totalità presente come esigenza nella coscienza quotidiana, ma che si incarna nella forma strettamente intesa dell’opera d’arte.
La forma è però per Lukàcs sempre spezzata: poiché l’uomo può aspirare ad una vita armonica solo dopo e mediante il riconoscimento che l’armonia non si dà spontaneamente nell’esistenza mondana; allo stesso modo, condizione della nascita dell’opera d’arte è che essa incorpori la trascendenza dei nessi storici universali rispetto alle vite umane in cui pure la forma artistica ha lo scopo di reincarnarli.
La tarda filosofia di Lukàcs si rivela così una meditazione a tratti cupa e negativa sulla finitudine dell’uomo e sulla sua costitutiva tensione verso l’armonia e la conciliazione; una meditazione la cui incompiutezza oggi richiama ad un’esplicita tematizzazione dei suoi presupposti: l’interrogazione filosofica sulla Verità e sul Bene.
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