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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 152

Siro Butelli

Quando il sole discende la sera... Raccolta di canti per voci maschili. Parole e musica di Siro Butelli. Introduzione di Carmine Fiorillo: “L’armonia del suo sorriso”.

ISBN 88-7588-003-4, 2006, pp. 184, formato 210x297 mm., Euro 15.

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indice - presentazione - autore - sintesi

15,00

Il gruppo corale LA GENZIANELLA è nato a Pistoia nel 1955, all’interno del CENTRO TURISTICO GIOVANILE (CTG). Era questa una associazione nata nel dopoguerra, ovvero negli anni fra il 1945 e il 1950, che intendeva promuovere l’incontro fra giovani e fornire loro, quale mezzo di formazione e di arricchimento individuale, ogni forma valida di turismo.

Allora molti di noi erano ragazzi con tanta voglia di fare, di vedere, di girare, in una parola di vivere. Eravamo un gruppo affiatato, e trovammo nel canto un ottimo mezzo di espressione. Nacque così il nostro coro. Amanti della montagna, della natura, abituati alla riflessione durante le lunghe camminate, scoprimmo nel timido fiore di una genzianella il motivo adatto per farne il nostro simbolo.

Perciò si può dire che Genzianella è il nome che si è dato un gruppo di amici per proporsi agli altri col canto. Prima di tutto amici, e poi anche cantori. A ciascuno è chiesto di portare il proprio contributo con le doti vocali che possiede. Così facendo abbiamo tenuto fede a quanto ci è stato trasmesso dal nostro maestro, don Siro Butelli: il cantare insieme inteso come mezzo di unione, senza la pretesa che il coro raggiungesse livelli di particolare professionalità, perché ciò avrebbe comportato operare delle scelte in relazione alle capacità canore dei singoli.

Questa è stata l’impostazione ideologica che ha permesso al coro di raggiungere il suo più notevole successo: il fatto che la Genzianella è stata attiva senza interruzione dal 1955 fino ad oggi, ottenendo in questi 50 anni risultati di soddisfacente rilievo.

Ancora oggi le canzoni popolari formano il nostro repertorio. Esse esprimono quei valori che costituiscono l’autentica ricchezza di ogni uomo: l’amore, la gioia, il dolore, la commozione, la meraviglia, la speranza, la fede. Spesso una canzone diventa preghiera, offerta, emozione, rimpianto, quando le parole suscitano il ricordo di un amico, di un figlio, di un fratello oggi scomparsi.

Dio, che sorridi al cielo del mattino,
che chiami la primavera sulle strade.
Tu, al nostro cuore la pace dona dopo il lungo errare.
Il nostro sonno veglino i tuoi monti,
per chi vive e chi muore ultimo altare.

Queste alcune fra le parole di un canto a noi particolarmente caro.

Molti hanno conosciuto don Siro come uomo di azione, uomo d cultura e poeta. E le sue poesie sono lì, scritte sulle pagine di un libro. E ciascuno le può leggere senza bisogno di particolari mediatori.

Ma don Siro è stato anche compositore. Di lui sono parole e musica di molte canzoni scritte per il coro, ispirate da impressioni, stati d’animo, vicende da lui vissute in prima persona. Ma una composizione musicale fatta per un coro raggiunge la sua completezza solo nel momento in cui viene interpretata da un coro. Così, noi della Genzianella siamo stati la voce della sua ispirazione. Lo siamo stati lui vivente, lo siamo ora che lui non c’è più; lo saremo, per quanto possibile, sempre. Perché la voce di don Siro musicista e poeta non taccia. La sua voce siamo noi: la Genzianella.

Le composizioni musicali di don Siro sono entrate a far parte della tradizione culturale della città di Pistoia. La Genzianella ha ritenuto opportuno promuoverne la pubblicazione perché potessero andare oltre gli stretti confini della tradizione locale. Avendo riconosciuta la validità della nostra iniziativa, siamo grati alla FONDAZIONE CASSA DÌ RISPARMIO DI PÌSTOIA E PESCIA per aver concesso la totale copertura delle spese di pubblicazione.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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