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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 177

José Saramago

Di come il personaggio fu maestro e l’autore suo apprendista. Discorsi di Stoccolma – 7 e 10 dicembre 1998. Testo portoghese a fronte. Traduzione e cura di Simonetta Masin.

ISBN 88-7588-051-4, 2010, pp. 40, formato 140x210 mm, inviato in omaggio.

In copertina: José Saramago.

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José de Sousa Saramagopron. ?u?z? s????maɡu – (Azinhaga, 16 novembre 1922Tías, 18 giugno 2010) è stato uno scrittore, poeta e critico letterario portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998.

 Biografia

Il padre di Saramago, José de Sousa, era un agricoltore, che si trasferì con la famiglia a Lisbona nel 1924, dove trovò lavoro come poliziotto. Il fratello minore di Saramago, Francisco, morì a soli due anni, pochi mesi dopo l'arrivo a Lisbona.

A causa delle difficoltà economiche, Saramago fu costretto ad abbandonare gli studi all'Istituto Tecnico. Dopo occupazioni precarie di ogni tipo, trovò un impiego stabile nel campo dell'editoria e per dodici anni lavorò come direttore di produzione.

Saramago sposò Ida Reis nel 1944. La loro unica figlia, Violante, nacque nel 1947.

Nel 1947 scrisse il suo primo romanzo Terra del peccato (che in seguito ripudiò come un figlio scapestrato), ma il dittatore del Portogallo, Salazar, a cui Saramago si era sempre opposto tenacemente e dal quale era sempre stato pesantemente censurato nella propria attività giornalistica, non l'accolse benevolmente. S'iscrisse clandestinamente al Partito Comunista portoghese nel 1969, riuscendo sempre ad evitare di finire nelle mani della polizia politica del regime.

Durante gli anni sessanta riscosse molto successo la sua attività di critico letterario per la rivista Seara Nova. La sua prima raccolta di poesie I poemi possibili risale a quegli anni, precisamente al 1966.

Negli anni settanta diventò direttore di produzione per una casa editrice e, dal 1972 al 1973, curò l'edizione del giornale Diario de Lisboa. In quegli stessi anni pubblicò diverse poesie, Probabilmente allegria (1970), diverse cronache, come Di questo e d'altro mondo (1971), Il bagaglio del viaggiatore (1973) e Le opinioni che DL ebbe (1974), ma anche testi teatrali, romanzi e racconti.

Dal 1974 in poi, in seguito alla cosiddetta "Rivoluzione dei garofani" Saramago si dedicò completamente alla scrittura e gettò le fondamenta di quello che può essere definito un nuovo stile letterario ed una nuova generazione post-rivoluzionaria.

Saramago pubblicò qualche anno dopo, nel 1977, il romanzo Manuale di pittura e calligrafia e, nel 1980, Una terra chiamata Alentejo. Il successo arrivò, però, con Memoriale del convento (1982). Nello spazio di pochi anni videro la luce altre due opere importanti, L'anno della morte di Ricardo Reis e La zattera di pietra, che gli varranno, oltre al successo di pubblico, numerosi riconoscimenti della critica.

Il riconoscimento a livello internazionale arrivò solo negli anni novanta, con Storia dell'assedio di Lisbona, una delle più belle storie d'amore mai scritte, il controverso Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Cecità. Nel 1998 gli venne assegnato il premio Nobel per la letteratura perché "con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare"[1]. Del discorso che tenne alla consegna del premio famoso è l'incipit: "l'uomo più saggio ch'io abbia mai conosciuto non era in grado né di leggere né di scrivere", disse riferendosi a suo nonno.

Nel 2002 fu eletto presidente onorario dell'Associazione Luca Coscioni (associazione Radicale) per la libertà di ricerca scientifica.

Saramago è morto il 18 giugno 2010 intorno alle 13,00 nella sua residenza di Tías, nelle Isole Canarie.[2]

Il rapporto con la religione

Le sue posizioni sulla religione (si è dichiarato ateo) hanno suscitato notevoli controversie in Portogallo. Dopo la pubblicazione de Il Vangelo secondo Gesù Cristo, le aspre critiche rivoltegli lo indussero a lasciare il paese per vivere alle Canarie. Di nuovo, nel 2009, con l'uscita del suo ultimo romanzo Caino, Saramago si trovò a polemizzare con la chiesa cattolica portoghese, criticando la Bibbia, poiché descrive un Dio «vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia».

Le accuse di antisemitismo

Nel commentare il conflitto israelo-palestinese, Saramago aveva recentemente affermato che gli ebrei non si meriterebbero più «comprensione per le sofferenze patite durante l'olocausto. Vivere nell'ombra dell'olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni». La Lega per l'Anti-Diffamazione (ADL), associazione per i diritti civili degli ebrei, ha definito queste affermazioni anti-semite. Abraham Foxman, presidente dell'ADL, ha dichiarato: «I commenti di José Saramago sono sovversivi e profondamente offensivi, oltre a dimostrare l'ignoranza relativa agli argomenti che porta a sostegno dei suoi pregiudizi nei confronti degli ebrei».[3]

Saramago dichiarò, per contro, che i suoi commenti erano diretti alla politica dello Stato di Israele nei confronti dei palestinesi. Sostenne che Israele non poteva affermare di rappresentare legittimamente il giudaismo a livello mondiale e che stava usando le accuse di anti-semitismo per sminuire qualsiasi critica riguardante azioni ingiustificabili e che sarebbero considerate inaccettabili se perpetrate da qualsiasi altro Stato medio-orientale. Tutto ciò è spiegato in questa lettera scritta con altri intellettuali:

 

« Una lettera di John Berger, Noam Chomsky, Harold Pinter, José Saramago, Gore Vidal

Il capitolo più recente del conflitto tra Israele e Palestina è iniziato quando effettivi israeliani hanno prelevato con la forza da Gaza due civili, un medico e suo fratello. Di questo incidente non si è parlato da nessuna parte, eccetto sulla stampa turca. Il giorno dopo i palestinesi hanno catturato un soldato israeliano proponendo uno scambio con i prigionieri in mano agli israeliani: ce ne sono circa 10 mila nelle carceri di Israele.

Che questo "rapimento" sia ritenuto un'atrocità, mentre si considera un fatto deplorevole ma che fa parte della vita che le Forze di Difesa Israeliane esercitino l'illegale occupazione militare della Cisgiordania e l'appropriazione sistematica delle sue risorse naturali, in particolare dell'acqua, è tipica della doppia morale usata con ricorrenza dall'Occidente di fronte a quanto sopravvenuto ai palestinesi, negli ultimi settanta anni, nella terra assegnata loro dai trattati internazionali.

Oggi, all'atrocità segue un'altra atrocità: i razzi artigianali si incrociano con i sofisticati missili. Questi ultimi hanno il loro bersaglio dove vivono i poveri ed i diseredati che aspettano l'arrivo di quello che qualche volta si è chiamata giustizia. Entrambe le categorie di proiettili lacerano i corpi in maniera orribile; chi, salvo i comandanti in campo, può dimenticare questo per un momento?

Ogni provocazione ed il suo contraccolpo vengono impugnati e sono motivo di sermoni. Ma gli argomenti che seguono, accuse e solenni promesse, servono solo da distrazione per evitare che il mondo presti attenzione ad uno stratagemma militare, economico e geografico di lungo termine il cui obiettivo politico non è niente di meno che la liquidazione della nazione palestinese.

Questo bisogna dirlo forte e chiaro perché lo stratagemma, solo per metà manifesto, ed a volte occulto, avanza molto rapidamente nei giorni che passano e, secondo la nostra opinione, dobbiamo riconoscerlo quale è, incessantemente ed eternamente, ed opporci ad esso.

Mieussy, Francia

23 luglio 2006 »

 

 

La polemica sulle vignette anti-islamiche

Nel 2007 José Saramago fu al centro di numerose critiche relative all'atteggiamento tenuto nei confronti delle reazioni verificatesi in alcuni paesi musulmani, dopo la pubblicazione da parte di un quotidiano danese di alcune vignette satiriche anti-islamiche (v. Caricature di Maometto sullo Jyllands-Posten).

Saramago si pronunciò in questo modo:

 

« quello che mi ha davvero spiazzato è l' irresponsabilità dell' autore o degli autori di quei disegni. Alcuni ritengono che la libertà di espressione sia un diritto assoluto. Ma la cruda realtà impone dei limiti »

 

 

Vi è stato chi ha fatto notare la contraddizione di questa presa di posizione con il diverso atteggiamento successivamente assunto nei confronti di un analogo caso di satira rivolta a figure simbolo della religione cristiana[4].

Iberismo

Saramago è stato un convinto sostenitore dell'iberismo (cioè la necessità di avere un'unica entità politica nella penisola iberica). A luglio 2007 in una lunga intervista al Diario de Noticias (che ha pure diretto) affermò che tra Spagna e Portogallo vi sarebbe stata una naturale integrazione che avrebbe portato ad una futura unità.

Lo stile narrativo

Uno dei tratti che più caratterizzano le opere di Saramago è il narrare eventi da prospettive piuttosto insolite e controverse, cercando di mettere in luce il fattore umano dietro l'evento. Sotto molti aspetti, alcune sue opere potrebbero essere definite allegoriche.

Saramago tende a scrivere frasi molto lunghe, usando la punteggiatura in un modo anticonvenzionale. Ad esempio, non usa le virgolette per delimitare i dialoghi, non segna le domande col punto interrogativo; i periodi possono essere lunghi anche più di una pagina e interrotti solo da virgole dove la maggior parte degli scrittori userebbe dei punti.

Molte delle sue opere, come Cecità, Saggio sulla lucidità e Le intermittenze della morte iniziano con un avvenimento inaspettato, surreale o impossibile, che si verifica in un luogo imprecisato. Non ci si deve domandare come sia potuto accadere: è successo, punto e basta. Da questo avvenimento scaturisce poi una storia complessa, occasione per studiare le mille forme del comportamento e del pensiero umano. I protagonisti (spesso senza nomi propri) devono cercare con le loro sole forze di uscire dalla situazione che si è venuta a creare.

È frequente l'uso dell'ironia: ai personaggi non vengono risparmiate critiche per i loro comportamenti, spesso discutibili, ma profondamente umani. Non ci sono eroi, ma semplicemente uomini, con i loro pregi ed i loro difetti. Ed in effetti non manca la pietà e la compassione dello scrittore per essi, piccoli rappresentanti del genere umano.

Il blog

(PT)

« “Até quando, ó Berlusconi, abusarás da nossa paciência?” »

(IT)

« Fino a quando, o Berlusconi, abuserai della nostra pazienza? »

(José Saramago, dal suo libro «O Caderno de Saramago» ISBN 978-85-359-1491-7)

Saramago aveva aperto un blog dove scriveva costantemente, mantenendo così il contatto diretto con i suoi lettori. Dalle sue pagine aveva anche contestato il premier italiano Silvio Berlusconi per la sua politica[5]. In seguito a tale articolo, la casa editrice Einaudi (Gruppo Mondadori[6]) annunciò che non avrebbe pubblicato la raccolta dei suoi scritti sul blog denominata Il quaderno, che sarà comunque edita in Italia, ma a cura di Bollati Boringhieri[7]. L'opera di Saramago è oggi pubblicata in Italia da Giangiacomo Feltrinelli Editore.

Opere

Poesia

            1966 - I poemi possibili (Os poemas possíveis)

  • 1970 - Probabilmente allegria (Provavelmente alegria)
  • 1975 - L'anno mille993 (O Ano de 1993)

Teatro

  • 1979 - La notte (A Noite)
  • 1980 - Cosa ne farò di questo libro? (Que Farei Com Este Livro?)
  • 1987 - La seconda vita di Francesco d'Assisi (A Segunda Vida de Francisco de Assis)
  • 1993 - In Nomine Dei (In Nomine Dei)
  • 2005 - Don Giovanni, o Il dissoluto assolto (Don Giovanni ou O dissoluto absolvido)

Cronache

  • 1971 - Di questo mondo e degli altri (Deste Mundo e do Outro)
  • 1973 - A Bagagem do Viajante
  • 1974 - As Opiniões que o DL teve
  • 1976 - Os Apontamentos

Romanzi

Altri

  • 1978 - Oggetto quasi (Objecto quase)
  • 1981 - Viaggio in Portogallo (Viagem a Portugal)
  • 1999 - Il racconto dell'isola sconosciuta
  • 2002 - Scolpire il verso
  • 2002 - Andrea Mantegna. Un'etica, un'estetica
  • 2005 - Esteban Cuscueta
  • 2006 - Pensar, pensar, y pensar
  • 2009 - Il Quaderno - Testi scritti per il blog (settembre 2008-marzo 2009)

Bibliografia

        Giulia Lanciani (a cura di), José Saramago. Il bagaglio dello scrittore, Roma, Bulzoni, 1996. ISBN 88-7119-933-2

  • Igino Creati e Massimo Pamio (a cura di), Saramago. Un Nobel per il Portogallo. Atti del convegno internazionale. Penne, novembre 1998, Chieti, NoUbs, 1999.
  • Juan Arias, José Saramago. L'amore possibile, Milano, Frassinelli, 1999. ISBN 88-7684-574-7
  • Luciana Stegagno Picchio, José Saramago. Istantanee per un ritratto, Firenze-Antella, Passigli, 2000. ISBN 88-368-0597-3
  • Francesca Borrelli, Biografi del possibile. Incontri con Wilson Harris, José Saramago, Alain Robbe-Grillet, Kurt Vonnegut, Alvaro Mutis, Günter Grass, Derek Walcott, Toni Morrison, Vidiadhar Surajprasad Naipaul, Susan Sontag, Wole Soyinka, Kenzaburo Oe, Agota Kristof, Abraham B. Yehoshua, Don DeLillo, Antonia Susan Byatt, Seamus Heaney, John Banville, Tobias Wolff, Julian Barnes, Paul Auster, Ian McEwan, Javier Marìas, Michael Cunningham, Kazuo Ishiguro, Jonathan Franzen, Torino, Bollati Boringhieri, 2005. ISBN 88-339-1581-6
  • Venanzio Nocchi, Breve storia del capovolgimento del Mito di Don Giovanni, da Tirso de Molina a José Saramago, Città di Castello, Libreria editrice "La Tifernate", 2005.

Note

  1. http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1998/saramago.html
  2. www.corriere.it
  3. http://www.adl.org/PresRele/ASInt_13/4370_13.htm
  4. Pierluigi Battista, Quando lo scrittore diventa premio Nobel (del pensiero doppio), Corriere della Sera del 26 marzo 207
  5. La cosa Berlusconi «il Quaderno di Saramago»
  6. Elemond a Mondadori per 131 miliardi
  7. No a Saramago "Diffama Berlusconi" - LASTAMPA.it
  8. Josè Saramago Articoli

 



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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