Introduzione e … conclusione
«Per quanto tu possa camminare,
e neppure percorrendo intera la via,
tu potresti mai trovare i confini dell’anima, così profondo è il suo lógos».
Eraclito, fr. 45 Diels-Kranz
Il freddo s’infila nelle maniche dei cappotti e gli occhi si fanno ancora più lucidi quando la cassa di legno è fatta scendere sotto la terra. La neve scende dall’alto suonando un adagio in un tempo sospeso. Non ha posto lo strazio ma la tristezza del distacco da una presenza importante per molti, l’allontanarsi anche dal sé che si era in quella relazione ormai spezzata. Si chiude una stagione e fa sempre più freddo. Un rosario di volti s’incammina verso l’uscita ingoiando il fiele di questa giornata…
La neve continua a scendere lenta, deglutisco e non riesco a contenere le lacrime che bagnano le mie guance. Mi allontano da mia nonna Maria, mi allontano dalla nipote che ero tra le altre mille sfaccettature che mi costituiscono nelle mia relazione con gli altri e con il mondo, quante ore passate ad ascoltare la sua storia, a cercare di mettere le toppe ai buchi del passato, e quante storie come la sua, uguali eppure diverse, che vivono di partenze e a volte di ritorni, sporgendosi all’incertezza del futuro, attraversate dal bisogno di riconoscimento.