|
Chiariamo subito per evitare che sussistano equivoci sul punto di essere pienamente consapevoli che l’euro e l’Unione Europea sono strumenti del modo di produzione capitalistico, e come tali utilizzati solo in favore del capitale. Non è tuttavia sicuro, purtroppo, che un ritorno ad una valuta e ad una influenza politica nazionale migliorerebbero le condizioni delle persone. A parte, infatti, la difficoltà nel prevedere le interazioni che una uscita da una moneta forte potrebbe comportare all’interno di un sistema economico come quello capitalistico, ricordiamo che negli anni novanta del Novecento, con la lira e senza la UE, furono effettuate da vari Governi italiani ed in genere nazionali politiche economiche fortemente avverse ai ceti deboli. Le cose dunque si svolgevano in modo non molto dissimile dall’attuale, anche se gli effetti delle stesse si sentivano meno per il diverso andamento economico generale. I “No euro critici verso il modo di produzione capitalistico” potrebbero certo sostenere che non si tratta di ritornare a quella situazione, bensì di creare una uscita consapevole dall’Europa con riconquista democratica della autonomia politica ed economica dell’Italia. Ciò invero sarebbe certamente auspicabile, ma si tratta allora di un obiettivo molto più ampio, che dovrebbe essere meglio argomentato nelle modalità propositive.
|