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Mi ero assunto il compito di affrontare la considerazione che godeva l’olio nel mondo antico e per far questo mi proponevo di scandagliare fonti più letterarie che storiche. Ero conscio che avrei incontrato in questo caso le situazioni sacre del mito che legano questa pianta al culto di Atena, evitando di imbattermi nella problematica inerente all’emergenza politica delle nuove classi abbienti, legata alla possibilità del riconoscimento di un proprio ruolo politico all’interno delle città-stato attuata anche attraverso una diversa campionatura dei livelli di reddito, magari grazie alla quantificazione dell’olio stipato o prodotto.
Ma l’idea che il mito potesse offrirmi una situazione idealizzata, lontana dalla tematizzazione dell’arricchimento mediante la produzione o il commercio dell’olio, mi è naufragata subito quando, già all’inizio del mio percorso, mi sono imbattuto in Odisseo, capostipite dell’homo technologicus.
Decisi, così, di limitare la mia analisi a questo solo episodio, posto al vertice della tradizione letteraria greca, anche alla luce di alcuni particolari aspetti che decisamente mi hanno incuriosito.
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