|
Diego Lanza e Mario Vegetti sono stati due importanti accademici, ma non solo. Sono stati due amici, e questo aspetto ha influito molto sul loro contributo scientifico, che si è reciprocamente arricchito dell’apporto che ciascuno ha fornito all’altro. È noto, infatti, che solo una profonda amicizia consente una proficua dialettica, e la dialettica costituisce il lievito di ogni dinamica culturale.
Diego Lanza e Mario Vegetti, per quanto siano stati principalmente due storici del pensiero antico, sono stati anche come ha rilevato giustamente Silvia Gastaldi con riferimento soprattutto a Mario Vegetti due filosofi. Hanno cioè saputo rapportarsi alla realtà non solo tenendo come riferimento il proprio ambito specialistico, che hanno peraltro significativamente contribuito ad allargare, ma come un intero complesso, in cui la valutazione dell’elemento sociale, politico anche come ha rilevato giustamente Fulvia de Luise con riferimento soprattutto all’interpretazione platonica della Repubblica di Mario Vegetti , risulta imprescindibile.
Per questo il pensiero di Lanza e Vegetti è di una tale ricchezza che non può essere circoscritto nell’ambiente accademico. L’elemento umano, comunitario come emerge, soprattutto per Diego Lanza, dai ricordi qui presentati sia da Giusto Picone che da Gherardo Ugolini che ha unito questi due studiosi per oltre sessanta anni, quasi settanta (dalla prima liceo al «Manzoni», nel 1952), risulta una chiave importante per comprendere il loro pensiero.
Per questo motivo petite plaisance, oltre alle ormai numerose iniziative editoriali relative alla pubblicazione dei lori libri, ha deciso di ricordarli, a tre anni dalla loro scomparsa, con questo piccolo volume della collana il giogo, insieme appunto, significativamente, ai testi accompagnatori degli studiosi poc’anzi menzionati, che ne hanno condiviso la vita e l’esperienza culturale.
petite plaisance
|