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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 403

Enrico Moscarelli

Senofane ed Empedocle. Testimonianze e frammenti. Un confronto tra l’antica e l’attuale cosmologia. Saggi introduttivi e testo greco delle opere con traduzione a fronte.

ISBN 978-88-7588-317-8, 2022, pp. 304, formato 140x210 mm., Euro 30 – Collana “Il giogo” [144].

In copertina: Biblioteca di Celso (Efeso, oggi in Turchia) tra le cui migliaia di papiri si potevano trovare le opere dei due grandi filosofi oggetto del presente studio.

indice - presentazione - autore - sintesi

30,00

Premessa

Riguardo all’accostamento tra Senofane ed Empedocle, che si rileva fin dal titolo del presente testo, è opportuno in questa sede sottolineare che questi grandi pensatori non solo sono stati, con le rare eccezioni che saranno evidenziate, incompresi e sottovalutati come altri cosiddetti presocratici, ma anzi spesso del tutto ignorati, salvo riferimenti ad alcuni luoghi delle rispettive ricerche riguardanti singoli aspetti di carattere “scientifico” o teologico.

Ma il loro detto accostamento trova altresì una ragione più profonda assai bene descritta dalla Timpanaro Cardini: «Untersteiner, richiamando Reinhardt, osserva che “un procedimento stilistico come quello di Senofane 21 B 30, può trovare un parallelo in Empedocle 31 B 17, 3”; ma a noi sembra che l’affinità debba piuttosto ricercarsi non tanto nella forma stilistica, quanto nella materia; ché veramente Empedocle ebbe, simile a Senofane, il gusto dell’osservazione e dell’interpretazione razionale dei fenomeni naturali. Senofane per il primo introduce nell’epos la descrizione dei fatti naturali come perfettamente conciliabili nella sfera della conoscenza umana col dio - uno - tutto, perché inseriti in esso e suscettibili di una comprensione sempre più elevata da parte dell’uomo colto. Sarà Parmenide che scaverà l’abisso dell’inconciliabilità tra i due mondi; poi Empedocle, fatto più maturo e avveduto dell’esperienza del pensiero parmenideo, ritornerà su quell’esigenza unitaria a cui si ispira la sua grandiosa concezione cosmica».1

In ogni caso la stessa Autrice non manca di osservare una notevole vicinanza tra Senofane e Parmenide, quando scrive: «[...] e l’analogia [tra Senofane e Parmenide; n.d.r.] può esprimersi così: il dio-uno-tutto sta alla molteplicità antropomorfica degli dei come l’essere uno-tutto sta alla molteplicità delle apparenze sensibili. Qui va riconosciuto l’étnos ideale che legò Parmenide a Senofane».2

1 Timpanaro Cardini, 1967, 154.

2 Ivi, p. 173.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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