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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 414

Jules Vallès

Vittime del libro [Les Victimes du Livre]. Testo francese a fronte, traduzione e cura di Ilaria Rabatti.

ISBN 978-88-7588-353-9, 2022, pp. 104, formato 130x170 mm., Euro 13 – Collana “au milieu des livres” [1].

In copertina: Vincent Van Gogh, Tre romanzi, olio su pannello, Parigi, gennaio-febbraio 1887.

indice - presentazione - autore - sintesi

13,00

I libri importanti sono segno di una relazione profonda, di un dialogo, mai pacifico, sempre decisivo con le voci che giungono a noi. Un modo cruciale di stare tra i libri è quello di farsi lettori. Il libro, quello davvero pensoso dell’uomo, è per sua natura rivoluzionario: il tempo del libro è sempre il tempo della rivoluzione, ovvero di una lettura del mondo progettualmente divergente. Nonostante la provocatoria presa di posizione contro il Libro, Vallès riconosce il compito rivoluzionario della lettura e della scrittura come suo impegno culturale. Écrivain di “Le Cri du Peuple” e suo direttore, “irriducibile réfractaire”, deputato della Comune di Parigi, Vallès è convinto che la scrittura sia strumento di lotta ma è anche consapevole dell’ambivalenza insita in quella che lui chiama la «tyrannie de l’Imprimé». Iscritto nel grande dibattito ottocentesco sull’influenza sociale della letteratura, Les Victimes du Livre denuncia il canone letterario della bohème e sostiene la necessità di conferire uno spessore ontologico alla realtà di cui si scrive, contro la mistificazione del reale che serve solo a conservare le strutture disumanizzanti del potere.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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