Hugo von Hofmannsthal già nel 1884 è un enfant prodige che legge molti classici in originale, dimostrando musicalità e disposizione alle lingue. A 16 anni già pubblica le prime poesie, sia pure sotto pseudonimo. Diplomato all'Akademisches Gymnasium, nel 1892, viaggiò in Francia meridionale. Al suo ritorno, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza che presto abbandonò optando, al ritorno dal servizio militare, per la facoltà di lettere, laureandosi con una tesi in filologia romanza nel 1897.
Nel 1901 sposò la figlia di un banchiere ebreo tedesco convertitasi al cristianesimo: Gertrud "Gerty" Schlesinger, stabilendosi nel villaggio di Rodaun, non lontano da Vienna. Nello stesso anno nacque la figlia Christiane e l'anno dopo il figlio Franz (un terzo, Raimund, nascerà nel 1906).
Nel 1928 la figlia si sposò con Heinrich Zimmer. L'anno successivo, Il 13 luglio, il figlio Franz si suicidò e due giorni dopo, mentre si preparava ad accompagnarlo al cimitero, von Hofmannsthal venne colpito da emorragia cerebrale, morendo dopo poche ore d'agonia.
La carriera di von Hofmannsthal si sviluppò al volgere del XIX secolo nell'ambiente vivissimo della "Giovane Vienna". Giunto alla notorietà molto presto, altrettanto precocemente, in seguito a una profonda crisi creativa, si allontanò dalla poesia e dal lirismo delle prime opere per dedicarsi interamente al teatro. Il rischio che aveva intuito era quello di perdersi nell'estetismo fine a sé stesso.
La sua prima opera, Die Frau im Fenster, fu rappresentata nel 1897. Il 18 ottobre 1902 pubblicò la famosa lettera "Ein Brief" su «Der Tag»: espressione della sua crisi poetica.
Frequentava Auguste Rodin e Maurice Maeterlinck. Tra i sodali, c'erano anche Rudolf Borchardt e Max Reinhardt; conobbe anche Otto Brahm e André Gide; tuttavia l'incontro più importante avvenne con Richard Strauss, musicista con il quale collaborò per oltre vent'anni, dando origine a un dramma musicale in cui la parte librettistica assumeva un rilievo letterario di primo piano. Il primo frutto di questa collaborazione fu l'Elettra, di cui Hofmannsthal scrisse il libretto rielaborando la tragedia da lui stesso creata tra il luglio e il settembre del 1903.
L'opera Elettra andò in scena il 25 gennaio 1909. Altrettanto importanti furono almeno Il cavaliere della rosa ("prima": 26 gennaio 1911) e Ariadne auf Naxos ("prima": 25 ottobre 1912), che imposero la coppia nei migliori teatri del mondo. Nel 1913 i due artisti si recarono a Roma, ma la guerra interruppe la loro attività e Hofmannsthal venne richiamato come ufficiale di riserva in Istria e poi a Vienna, presso l'«Archivio di guerra», da cui venne spedito in missioni diplomatico-culturali in Polonia, Svizzera, Svezia e altri Stati.
Dopo la guerra continuò a viaggiare toccando Berna, Zurigo, Praga, Venezia, Salisburgo, Parigi, Berlino, Roma. Fondò la rivista «Neue Deutsche Beiträge» (1922-1927). Altre sue opere furono Jedermann (durante il rilancio del Festival di Salisburgo, ma la rappresentazione offese Karl Kraus), Die Frau ohne Schatten (1919), Die ägyptische Helena (1928) e Arabella (uscita postuma nel 1933).
Anche le opere in prosa o teatrali non destinate immediatamente alla musica si moltiplicarono, e nel 1924 raccolse i sei volumi di Gesammelte Werke (altre raccolte complessive uscirono nel 1945-1959 in 15 volumi e dal 1975 in 38 volumi). L'epistolario con Strauss vide luce durante la vita del poeta (nel 1926). Il poeta era pieno di impegni (tra l'altro anche un volume di saggi che uscirà nel 1931 con il titolo Die Berührung der Sphären) pur non pubblicando tutto, anzi abbandonando e riprendendo più volte diversi testi, apparsi anche postumi.
L'opera di Hofmannsthal è alquanto complessa, densa di simbolismo. Alcune sue creazioni, come la Torre o l'Andrea, furono assai sofferte, con continui rifacimenti e ripensamenti. L'opera della maturità, L'uomo difficile, descrive la crisi di un aristocratico, reduce dalla tremenda esperienza della e del tramonto dell'Impero austro-ungarico, il quale vive "al di là delle parole" avendo perso qualsiasi fiducia nella possibilità di comunicare, di trasmettere il proprio pensiero agli altri. Egli giudica la sua solitudine indiscutibile.
L'apparente frivolezza della commedia che si conclude con l'aperta e quasi "indecente" dichiarazione della bella Hélène, che con la sua audacia lo costringe ad arrendersi al mondo esterno, non deve trarre in inganno. La commedia denota, come tutta l'opera, una profondità inconsueta, di forte influenza freudiana. Anche le opere saggistiche sono numerose e interessanti, così il carteggio con Richard Strauss che descrive impietosamente le difficoltà di rapporto fra due personalità creative e geniali.
Hofmannsthal fu sostenitore, nel dopoguerra, di uno sforzo culturale che desse all'Europa la possibilità di riappropriarsi della propria identità culturale integrata, uscita frantumata dal conflitto. In quest'ottica promosse il Festival di Salisburgo. Fu inoltre il primo a utilizzare il termine Konservative Revolution (Rivoluzione conservatrice) il 10 gennaio 1927 durante una conferenza a Monaco di Baviera il cui tema era "La letteratura come spazio spirituale della nazione", per indicare quel movimento culturale tedesco critico con il parlamentarismo di Weimar, e nostalgico dei valori tradizionali della Germania. [Testo tratto da Wikipedia]
Gherardo Ugolini, insegna Filologia classica, Storia della tradizione classica e Storia del teatro e della drammaturgia antica all’Università di Verona. È stato docente all’università di Heidelberg (1993-1999) e alla Humboldt-Universität di Berlino (1999-2008). I suoi interessi scientifici riguardano in modo particolare la tragedia greca antica e le sue interpretazioni, il giovane Nietzsche studioso della cultura greca, la fortuna dell’antico nella tradizione letteraria moderna, la storia degli studi classici. Ha pubblicato tra l’altro le seguenti monografie: Untersuchungen zur Figur des Sehers Teiresias (Tübingen 1995), Sofocle e Atene (Roma 2000), Guida alla lettura della “Nascita della tragedia” di Nietzsche (Roma-Bari 2007), Jacob Bernays e l’interpretazione medica della catarsi tragica (Verona 2012, rist. Napoli 2021), Tra Edipo e Antigone. Il mito tebano sulla scena attica e moderna (Pistoia 2024). Il volume che ha curato insieme con Diego Lanza, Storia della filologia classica (Roma 2016, trad. inglese Berlin-Boston 2022), ha conseguito il Premio Nazionale Editoria Accademica, ed. 2016.