|
|
|
Cat.n. 513 |
|

|
Antonio Melis
|
Pablo Neruda.
|
ISBN 978-88-7588-466-6, 2025, pp. 232, formato 140x210 mm., Euro 20 – Collana “Egeria” [22].
|
In copertina: Pablo Neruda.
|
indice - presentazione - autore - sintesi
|
|
€ 20 |
|
Antonio Melis (1942-2016), si è laureato nel 1965 all’Università di Padova con una tesi sull’influenza di W. Whitman nella poesia di Neruda. Nel 1968 è entrato nella redazione della rivista «Ideologie» diretta da F. Rossi Landi. Ha insegnato presso le Università di Firenze, Messina e Siena, divenendo qui, nel 1980, professore ordinario di Lingue e Letterature Ispanoamericane, sostenendo poi, sempre in quella Università, l’insegnamento di Civiltà indigene d’America. Ha pubblicato saggi su P. Neruda, F. García Lorca ed E. Che Guevara. Ha tradotto e introdotto, tra le altre, opere di J. Martí, J. C. Mariátegui, E. Cardenal, J. M. Arguedas, F.G. Lorca. Nel 1986 è nominato professore onorario dell’Università di Nacional Mayor San Marcos di Lima, divenendo nel 1989 Direttore dell’Anuario Mariateguiano di Lima. È stato membro: della redazione della Revista de Crítica Literaria Latinoamericana, Lima-Berkele; della redazione di In Forma di Parole, diretta da Gianni Scalia; del consiglio di Kipus, Quito (Ecuador). Negli ultimi anni la sua ricerca si è incentrata con particolare riferimento all’area andina, orientandosi progressivamente verso le radici precoloniali e coloniali di quella cultura. Da questo percorso scaturiscono i lavori dedicati al cronista indio Waman Puma e allo scrittore meticcio J. de Espinosa Medrano. Ha condotto inoltre ricerche sull’area antillana, in particolare con lavori su J. Martí e F. Ortiz, sviluppando questo studio in direzione del rapporto tra oralità e scrittura e in riferimento alla problematica ecologica. Muore il 7 agosto nel 2016 mentre sta per partecipare ad un convegno a La Paz, in Bolivia.Come scrive il figlio Guido Melis: «È stato un ponte continuo tra la cultura italiana e quella [...] latinoamericana, affrontando fin dalla giovinezza poeti e scrittori come P. Neruda, R. Darío, C. Vallejo, E. Cardenal, J.M. Arguedas, J. L. Borges, e il grande pensatore marxista J.C. Mariátegui. Per meglio conoscere e far conoscere quelle culture, è diventato esperto di lingue indigene, traducendo dal quechua e dal mapudungun, la lingua del popolo mapuche. E quel mondo indigeno, di cui si è fatto interprete generoso, è stato per lui metafora di tutte le oppressioni». Esce postumo il suo Dietro il silenzio. Sei saggi latinoamericani e un inedito, a cura di Guido Melis, Biblion edizioni, Milano 2019.
|
|
|
|