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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 034

Paolo Turi

Émile Durkheim  e il problema dell’ordine.

Istituto di Sociologia Facoltà di Scienze Politiche «C. Alfieri» Università degli Studi di Firenze, 1997, pp. 64, formato 140x210 mm., Euro 7,00.

In copertina: Disegno di George Grosz.

indice - presentazione - autore - sintesi

7,00

Obiettivo principale di questo breve saggio su Durkheim è evidenziare gli aspetti politici del suo pensiero e di sottolineare i moventi e i momenti delle sue opere principali che lo vedono interagire più vivamente con il suo tempo.

La messa a punto operarata non è tanto rispetto a letture come quella classica di Parsons, che sembra ormai chiarita nei suoi aspetti di “operazione culturale” di un autore su di un altro per la costruzione della propria teoria , quanto piuttosto rispetto a intepretazioni equilibrate e complessivamente fedeli della ricostruzione dei tratti salienti del pensiero di Durkheim, come ad esempio quella di A. Giddens, in cui si sottovaluta – attribuendo ad esso un carattere sostanzialmente episodico – il coinvolgimento di Durkheim “nei grandi avvenimenti politici del suo tempo”.

Questo mancato riconoscimento dell’impegno politico di Durkheim sembra da mettere in relazione con una scarsa attenzione prestata ai momenti di formazione del suo pensiero: è a partire dagli anni ’70, con la riedizione da parte di vari studiosi degli scritti minori di Durkheim3  e in particolare con l’introduzione di J. C. Filloux alla sua raccolta, in cui questo autore mette in primo piano il tentativo dell’uomo Durkheim di fare della sociologia una risposta ai problemi del suo tempo, che cominciano ad essere pubblicati contributi di taglio diverso.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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