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Cat.n. 075 |
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Fabio Bentivoglio
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Aristotele: Metafisica. Scienza, natura e destino dell’uomo.
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ISBN 88-88172-12-2, 2002, pp. 104, formato 140x210 mm., Euro 10 Collana “Le passioni dell’anima” [2].
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In copertina: Ritratto di Aristotele, da Aristoteles cum Leonardi Aretini commentario.
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indice - presentazione - autore - sintesi
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€ 10,00 |
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Nota introduttiva
Il grande filosofo tedesco Martin Heidegger (1889-1976), iniziò uno dei suoi corsi su Aristotele con queste parole: “Aristotele nacque, lavorò e morì”. Non conosco le circostanze che suggerirono ad Heidegger tanta stringatezza. Presa alla lettera questa formula ci consegnerebbe l’immagine di un filosofo vissuto al riparo delle tensioni del mondo, nella quiete dello studio e della ricerca. In realtà l’esistenza di Aristotele fu segnata da vicende drammatiche, personali e “storiche”, alla stessa stregua delle vite di Socrate e Platone. Mentre questi pensatori, però, hanno tradotto nel linguaggio della filosofia la passione e i problemi di chi è interamente coinvolto nella vita sociale e politica, Aristotele ci ha consegnato un altro modello di vita e di conoscenza: il mondo che egli intende descrivere è quello delle forme permanenti che caratterizzano l’essere dell’uomo e della Natura, così come esse si manifestano nella realtà sensibile. Una conoscenza, dunque, che vuole essere specchio fedele di un mondo ordinato, armonico e stabile. Da questo punto di vista la formula di Heidegger rende bene la modalità aristotelica di osservazione della realtà, perché suggerisce distacco, impegno costante e studio metodico. Questa immagine, vera, è però riduttiva per un pensiero che ha egemonizzato la cultura occidentale per un millennio. La filosofia di Aristotele, al di là della sua apparente freddezza, scaturisce da una delle più alte passioni dell’anima, la sapienza, tema dominante della Metafisica. Per avvicinarsi a questa filosofia il primo passo da fare è comprendere il terreno storico su cui è germogliata.
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