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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 095

Piero Bargellini

Famiglie sociali, corporazioni, ceto medio e qualche breve racconto. Prefazione di Renzo Innocenti.

ISBN 88-7588-005-0, 2006, pp. 96, formato 140x210 mm., Euro 10.

In copertina: [a] Giovanni Battista Piranesi, Capriccio con scale e ponte levatoio [Carcere VII], da Carceri (1749-1750), II° stato, particolare; in quarta [b]: Maurits C. Escher, Salita e discesa, 1960.

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10,00


Prefazione di Renzo Innocenti

Una delle molle, forse la più importante, che ha sempre caratterizzato le varie fasi dello sviluppo sociale ed economico è senz’altro la speranza nel futuro. Credere ed operare affinchè l’impegno dei singoli e della collettività sia finalizzato alla realizzazione delle condizioni culturali e materiali per rimuovere le cause delle povertà, delle malattie, delle ingiustizie. Affermare, nel concreto degli atti e dei comportamenti quotidiani, i grandi valori della libertà e della democrazia.
Con questo scritto Piero Bargellini ci pone di fronte ad una tesi che riassumerei in termini ultrasintetici un questo modo. Attenzione, questa società “ingessata” sta ponendo le basi per una diffusa mancanza di speranza nel futuro e perciò mette in serio pericolo il concetto stesso di sviluppo inteso come progresso. Assistiamo quindi ad una pervasiva regressione, in ogni campo, da quello etico a quello economico-sociale. Questo processo non risparmia neppure l’ambito religioso.
Non c’è che dire, l’affermazione è molto forte e netta ma non priva di motivazioni che vengono argomentate e supportate da fatti e avvenimenti che caratterizzano la nostra vita e le nostre relazioni con la politica, con le istituzioni, con il nostro credo religioso.
Piero ci offre una chiave di lettura dei fenomeni contemporanei senz’altro stimolante, per niente accomodante, e lo fa con un linguaggio diretto, senza diplomatismi, intervallando le sue analisi con aneddoti e storie più o meno fantasiose che rappresentano ulteriori spunti di riflessione per chi legge.
La mobilità sociale sembra bloccata ed un’intera generazione, i giovani, risulta inchiodata in una condizione di crescente precarietà che crea profonda insicurezza ed instabilità. Il permanere in questa condizione genera sfiducia nei confronti degli altri, nelle proprie capacità di reazione ed apre le porte ad uno sfrenato individualismo consumistico, negatore di qualsiasi forma solidaristica.
Ma soprattutto impoverisce l’intera società che viene così a privarsi della più potente leva per progettare e realizzare il proprio futuro.
Il rischio, paventato da Piero nel suo scritto, è concreto e la preoccupazione fondata. C’è bisogno di maggiori opportunità, di aprire spazi per il protagonismo di nuovi soggetti. Occorre mantenere vivi gli ideali, assicurare a tutti le più ampie condizioni al fine del perseguimento dei diversi piani di vita. Per far questo è indispensabile contrastare l’assolutismo delle “famiglie sociali” e la loro direzione oligarchica riscoprendo il profondo significato di una pratica democratica partecipata fondata sul consenso sociale.
L’autore, pur negandolo, delinea alcuni scenari all’interno dei quali individuare le decisioni da prendere. Come ad esempio la proposta di un nuovo contratto sociale per uno sviluppo condiviso.
Come reagire al venir meno del senso di appartenenza alla intera collettività statuale? Come ricreare i presupposti per il raggiungimento di un fine comune? Che senso dare a parole quali “il primato degli interessi generali a cui raccordare gli interessi dei singoli”? Sono tutte domande di interesse primario e di grande attualità alle quali occorre trovare risposte attraverso la ricerca delle strategie più efficaci per realizzare uno “sviluppo umano”, come lo definisce Amartya Sen.
Uno sviluppo che richiama il concetto di crescita nell’equità; che richiama un’idea di libertà non solo come attributo individuale ma come “impegno sociale” , un’idea di eguaglianza come eguaglianza delle “capacità fondamentali”, un’idea di solidarietà come responsabilità gli uni per gli altri e verso la società. E per questo sono necessarie, ritengo indispensabili, adeguate politiche pubbliche che esaltino l’autonomia e la responsabilità delle persone e dei gruppi sociali fuori da contesti consociativi contrastando attivamente tutti i meccanismi che limitano la capacità degli individui di “diventare persone”.
Credo valga proprio la pena raccogliere queste “provocazioni” e riflettere su cosa occorre fare oggi per contribuire, ognuno con la propria differenza, alla costruzione di questo progetto che deve vedere non solo l’accettazione comune dei fini ma soprattutto condivisione culturale e morale di valori e principi. Questa, in definitiva, è la profonda eticità della democrazia.

RENZO INNOCENTI

Pistoia, Ottobre 2006



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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