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Sintesi
Noi, che ci accingiamo a scrivere queste poche pagine, confessiamo subito che non abbiamo pretese di scientificità; non siamo cattedratici, né uomini di potere. Come tutti, camminiamo per le nostre città, leggiamo i giornali, andiamo a lavorare, svolgiamo attività politica volontaria, ma (c’è sempre un ma!), abbiamo la pretesa di osservare quello che ci accade attorno. Lo guardiamo con attenzione, ne prendiamo nota, e poi a casa, nel silenzio notturno ci ripensiamo. Così si è costruita la lettura della realtà che ora tentiamo di descrivere.
I fatti più disparati, gli atteggiamenti più lontani di ognuno di noi, sono riportati ad unità. Un unico filo rosso lega una conversazione in treno con l’utilizzo dei parcheggi, o una campagna elettorale. Il tutto riletto alla luce della nostra esperienza di vita e del percorso culturale che abbiamo fin qui fatto.
La nostra è una descrizione di ciò che abbiamo osservato, è un ragionamento, opinabilissimo quanto si vuole, ma specchio fedele della nostra realtà.
Abbiamo rinunciato da subito a produrre tabelle e statistiche e citazioni, sia perché non le abbiamo, lo confessiamo candidamente, sia perché dubitiamo che attraverso i numeri si possa rendere l’idea di un fenomeno difficilmente raffigurabile come il ceto medio, ed infine perché avrebbero appesantito il testo. Anzi, nello sforzo di renderlo più leggibile abbiamo avuto l’ardire di inserire alcuni dei racconti brevi che nel corso degli anni abbiamo scritto. È una cosa inusuale, lo sappiamo, ma abbiamo ritenuto che non solo la lettura fosse facilitata, ma che riuscissero anche a trasmettere contenuti, attinenti al tema, in altra forma.
Non sappiamo se siamo riusciti nell’intento; quello di cui siamo certi è che alle volte, e purtroppo raramente, sentiamo sul volto un refolo di vento. Molti altri lo sentono ma continuano a camminare per la loro strada non facendoci caso; noi invece ci fermiamo ed ascoltiamo. Alle volte il vento è di breve durata, altre persiste un po’ di più. Quello che noi sentiamo è comunque una leggera brezza. Non invidiamo i pochissimi che sono colti da una forte tramontana, a noi ci è sufficiente fermarsi e tendere l’orecchio.
Buona lettura
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