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Cat.n. 247

Beniamino Biondi

La disciplina giuridica del settore cinematografico in Italia.

ISBN 978-88-7588-247-4, 2016, pp. 112, formato 140x210 mm., Euro 13.

In copertina: Insegna e vecchio cinema comunale di Crespino (RO), Agosto 2005. Foto di Enrico Andreotti. L'insegna è caduta nel 2006.

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13,00

Introduzione

 

L’opera cinematografica ha una duplice natura di prodotto artistico e di prodotto economico: da un lato c’è il film, bene unico, originale e con forti contenuti artistici, e dall’altro il suo processo produttivo molto complesso e articolato che presuppone l’interazione di diverse risorse umane, finanziarie, tecniche e artistiche. Ne consegue che il prodotto cinematografico appartiene sia alla categoria dei beni culturali che a quella dei prodotti dell’industria culturale: è un’opera unica e autentica, ma sicuramente anche riproducibile, anzi concepita proprio per essere riprodotta.

Scopo del presente studio sarà quello di analizzare nel dettaglio la disciplina giuridica del settore cinematografico in Italia, anche con riferimento alla disciplina afferente i finanziamenti pubblici allo spettacolo, ovvero per quelle attività artistiche che comprendono sia gli spettacoli dal vivo che il cinema.

Lo spettacolo dal vivo, infatti, ha un ruolo centrale nell’evoluzione sociale e culturale della collettività, nella crescita civile dell’individuo, nella promozione dell’integrazione culturale. É opinione unanime che lo spettacolo sia un bene di utilità sociale non solo per l’aspetto economico ed occupazionale, ma perché incoraggia il processo di costruzione di un’identità e di valorizzazione del patrimonio culturale di un Paese.

Ed ecco che lo Stato promuove e sostiene, con apposite politiche e finanziamenti, le attività dello spettacolo, sia in virtù della loro utilità sociale, sia rispetto alla loro capacità di creare esternalità positive.

Ciò è motivato dal convincimento che una gestione interamente privata delle attività dello spettacolo non assicurerebbe la salvaguardia delle antiche tradizioni, non garantirebbe la sperimentazione né il suo valore didattico e culturale.

Nella consapevolezza che un’analisi completa delle dinamiche del settore necessiti di uno sguardo interdisciplinare, lo studio intende fornire un inquadramento legislativo che, sebbene non esaustivo, tenga conto delle tappe fondamentali dell’evoluzione normativa in materia di spettacolo e ne fornisca uno sguardo più completo possibile della legislazione vigente.

A questo scopo, l’analisi può essere interpretata secondo due direzioni principali, aventi a loro volta due possibili chiavi di lettura: l’analisi della normativa in materia dei contributi pubblici allo spettacolo e quella delle norme riguardanti l’assetto istituzionale sia dal punto di vista dei soggetti finanziatori (le istituzioni pubbliche come l’attuale Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, le Regioni e gli altri enti pubblici ausiliari istituiti dal Ministero) sia dei soggetti beneficiari.

L’oggetto viene analizzato storicamente attraverso una cronologia degli approcci del settore pubblico allo spettacolo, attraverso l’analisi delle norme vigenti, privilegiando l’ambito nazionale senza trascurare una breve sintesi della normativa a livello regionale, provinciale, locale ed europeo.

I capitoli che seguiranno tentano di ricostruire, il più accuratamente possibile, la normativa in materia di spettacolo dal vivo e cinematografia e la sua complessa evoluzione, al fine di offrire un quadro organico degli interventi istituzionali, consapevoli di quanto questi siano importanti per la sopravvivenza dell’intero comparto.

 



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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