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Primavera 2032: un misterioso capobanda chiamato Triboulet arriva in elicottero a Roma, dove lo attende una compagnia carnevalesca con una legione di animali e bambini scalmanati. Grazie al caos gioioso scatenato dalle loro pazzie rituali, l’arrivo della compagnia si rivela un sollievo: il mondo è angosciato da carestie, pandemie e conflitti religiosi, che Triboulet cerca di neutralizzare con giochi e risate liberatorie. Nella Città Eterna la compagnia costruisce strani edifici; intanto, in tutto il mondo, alcuni luoghi sacri patiscono atti vandalici terribili ma affascinanti, e numerose voci affermano che Cristo è davvero ritornato. Questi vandalismi sono rivendicati da sètte islamiche radicali; tuttavia, i colpevoli non vengono identificati: sono stati i jihadisti, gli ecoterroristi, o intellettuali anarchici e atei? Autorità religiose e politiche sospettano la compagnia e il capobanda, la cui vera identità resta un enigma. È in gioco il futuro dell’umanità, e mentre a Natale si trovano in Israele, Triboulet e la sua chiassosa compagnia di burloni sono testimoni del passaggio cruciale del mondo verso una nuova realtà.
Camus notava che la “metafisica del peggio” si esprime nella letteratura della dannazione, e sosteneva che la via di uscita non era stata ancora trovata. Con il suo secondo romanzo, Hanshe dimostra di averlo fatto, e offre davvero qualcosa che non solo è promettente, ma anche sorprendente: un cammino verso una nuova realtà, verso una “fisica del meglio”. L’Abdicazione è una vera epopea ero(t)icomica.
“Un racconto visionario dalle idee pericolose” Stuart Kendall
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