|
Introduzione
di Luca Grecchi
Giovanni Casertano fa parte di quella generazione di grandi antichisti del nostro Paese, costituita da una serie di studiosi nati fra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, che comprende, per citare solo alcuni di coloro che hanno pubblicato in questa collana, Enrico Berti, Maurizio Migliori, Mario Vegetti, Carmelo Vigna e Marcello Zanatta. Si tratta di nomi talmente importanti, per lo studio soprattutto di Platone ed Aristotele, che ogni notazione in merito risulta sicuramente superflua.
Noto forse ai più soprattutto per i suoi studi recenti su Platone,1 Giovanni Casertano riprende qui un discreto numero di suoi scritti, alcuni dei quali datati, su quello che è verosimilmente stato il suo “primo amore” filosofico, ovvero i Presocratici. Rispetto agli altri suoi coetanei citati, e fra i pochi in Italia (in compagnia comunque, quanto meno, di Bruno Centrone, Livio Rossetti ed Emidio Spinelli), Casertano si è infatti cimentato per decenni con la interpretazione di questi pensatori, come noto assai difficili da decifrare, per la pochezza di quello che ci rimane di loro pugno, e per la estrema complessità ad orientarsi nella selva delle testimonianze.
Autore in merito di un numero molto ampio di studi, realizzato peraltro con estrema costanza nel tempo, Casertano integra con questo volume quella che è stata la sua magistrale interpretazione complessiva dei Presocratici già pubblicata nel 2009 per la casa editrice Carocci.2 Rispetto ad altre trattazioni, fra le poche peraltro attualmente disponibili in italiano penso ad esempio a quella di Warren3 , l’interpretazione di Casertano presenta il pregio di non incentrarsi prevalentemente sulla natura. Quest’ultima infatti, a causa sia della lettura operata da Aristotele nel primo libro della Metafisica, sia dell’opera di selezione operata dagli Alessandrini (interessati come noto più a temi scientifico-naturalistici che a temi etico-politici), nonché, in tempi più recenti, per la grande diffusione della edizione delle testimonianze sui Presocratici operata da Diels e Kranz, è divenuta contenuto prioritario nella interpretazione di questi pensatori. Casertano tuttavia, forse anche per la pluriennale frequentazione con Antonio Capizzi,4 ma soprattutto per il suo interesse ad ampio raggio per il mondo antico, è riuscito a mostrare che le prime forme poetiche sono necessariamente da considerare in continuità con i Presocratici, e che solo in questo modo ossia ponendo l’uomo come riferimento primario si possono compiutamente comprendere questi “primi filosofi”.5
Se si conviene infatti che i tre grandi temi di cui si è occupato il pensiero antico sono il divino, la natura e l’umano, in questi saggi Casertano mostra al di là dell’inestricabile intreccio con cui questi temi sono trattati la presenza di tutte tre queste forme nel pensiero presocratico. Il concentrarsi solo sulla natura, il sottovalutare l’umano, ma anche l’escludere il divino conduce infatti ad una interpretazione manchevole di questi pensatori, che non li coglie nella loro multifocalità.6 Casertano sa tutto questo, come dimostrano queste pagine, le quali sondano peraltro sia figure che la tradizione lascia solitamente in ombra, come Epimenide, sia l’opera di quei Sofisti che sovente vengono letti come figure di stacco dai Presocratici, per il loro presunto occuparsi esclusivamente dell’uomo anziché della natura,7 ma che in realtà si posero per alcuni aspetti in rapporto coi medesimi.
Non è questa la sede per ripercorrere interamente l’opera interpretativa sulla filosofia antica posta in essere da Casertano, anche in quanto essa è stata ottimamente delineata da una delle sue migliori allieve, Lidia Palumbo, nel consueto volume che si dedica ai docenti più importanti in occasione del loro pensionamento accademico.8 In questa sede mi limiterò esclusivamente, data anche la mole già rilevante del volume e la sua unità contenutistica, ad alcune considerazioni cursorie sulla sua attività.
L’aspetto che forse può balzare agli occhi è che nella sua vasta pubblicistica, assai poco spazio è stato dedicato alla filosofia antica da Aristotele in avanti. Non si tratta tuttavia di un limite (il periodo che Casertano analizza, da Omero a Platone, è già sufficientemente ampio), ma di una scelta, dovuta al fatto che, forse, la modalità prevalentemente umanistica e dialogica della tradizione poetica, presocratica e platonica, costituisce l’ambito nel quale l’amico Gianni almeno ad avviso di chi scrive si muove più a proprio agio.
Casertano si è indubbiamente occupato anche di temi di tipo “naturalistico”.9 Nella sua opera, tuttavia, le trattazioni maggiormente presenti riguardano “l’umano”, con particolare attenzione a quei contenuti che di solito risultano secondari nelle trattazioni sulla filosofia antica, come i temi dell’amore, della morte, delle emozioni.10 Si tratta di tematiche verso cui Casertano possiede una sensibilità molto spiccata, a riprova di un profilo “umanistico” davvero completo, in grado di utilizzare approfondite analisi teoretiche per una esplorazione raffinata anche delle sfere più quotidiane.
Non mancano inoltre, nel Nostro autore, spunti politici, come è emerso in maniera ottima soprattutto nel suo recente volume introduttivo sulla Repubblica di Platone poc’anzi citato, di una scrittura peraltro talmente tersa da costituire il chiaro frutto di una compiuta maturità. Ebbene, in più punti di questo volume e non solo perché Platone ne parla Casertano mostra chiara la sua vicinanza verso quei temi comunitari che, per quanto mai ostentati, hanno caratterizzato il suo pensiero fin dagli inizi (si vedano ad esempio le sue interpretazioni di Empedocle e Democrito).11
Chiudo questa breve introduzione con un ricordo personale. Nel 2004, quando ero un ancor più sconosciuto studioso del pensiero antico, scrissi una email al Prof. Casertano per complimentarmi con lui per la bella collana che egli aveva creato per la casa editrice Guida di Napoli, che si intitolava Autentici falsi d’autore. Erano infatti usciti due squisiti libricini, composti rispettivamente, su Platone e su Aristotele, dagli amici (divenuti poi tali: allora per me erano semplicemente dei grandi studiosi) Mario Vegetti ed Enrico Berti.12 Gli proposi in quella occasione, in maniera sicuramente ingenua dato il prestigio degli autori di quella collana, un falso d’autore su Socrate che avevo in mente, caratterizzato da una ipotetica risposta pubblica del grande Ateniese ad Aristofane all’indomani della rappresentazione de Le nuvole.
Ebbene: senza guardare fama e titoli accademici, Casertano mi propose di scrivere il testo che poi in effetti, quattro anni dopo, divenne Socrate. Discorso pubblico su Le Nuvole di Aristofane (Guida, 2008), e cui sono tuttora molto affezionato, nonostante sia ormai introvabile.
Riporto questo episodio per indicare che, nonostante si tratti di uno dei docenti più importanti fra gli antichisti del nostro Paese (e non solo), l’approccio generale di Casertano come ben sa chi lo conosce è sempre stato privo di molte di quelle sovrastruttre accademiche che spesso allontanano, anziché favorire, la crescita dei giovani studiosi e, soprattutto, la esplicitazione di tematiche originali.
Non mi resta che concludere esprimendo all’amico Gianni il ringraziamento, mio e di Petite Plaisance, per avere affidato alla collana Il giogo questa raccolta pregevole di saggi, i quali, quasi tutti oramai difficilmente reperibili, trovano in questo contesto, vicini ed insieme, una collocazione adeguata per resistere in maniera migliore al divenire del tempo.
Luca Grecchi
Note
1 Cito, solo per indicare le principali interpretazioni in volume, L’eterna malattia del discorso. Quattro studi su Platone (Liguori, Napoli 1991), Il nome della cosa. Linguaggio e realtà negli ultimi dialoghi di Platone (Loffredo, Napoli 1996), La struttura del dialogo platonico (Loffredo, Napoli 2000), Paradigmi della verità in Platone (Editori Riuniti, Roma, 2007), Giustizia, filosofia, felicità. Un’introduzione a La Repubblica di Platone (Aracne, Roma 2016), senza menzionare le decine di articoli dedicati al grande filosofo ateniese. Da citare sono però anche alcune sue importanti curatele di dialoghi platonici, esito peraltro di interessanti convegni da lui organizzati all’Università di Napoli, fra cui, sempre per l’editore Loffredo di Napoli, il Teeteto (2002), il Protagora (2004, in 2 volumi), il Cratilo (2005) e il Fedro (2011).
2 G. Casertano, Presocratici, Carocci, Roma 2009. Si tratta di una collana, questa dei Pensatori, realmente meritoria, per la chiarezza, completezza e qualità delle interpretazioni proposte. Fra i vari volumi spiccano il Platone di Franco Trabattoni, l’Aristotele di Carlo Natali, l’Epicuro di Francesco Verde, il Filone di Alessandria di Francesca Calabi e il Plotino di Riccardo Chiaradonna. Sarebbe comunque interessante in futuro trattare singolarmente, nella medesima collana, almeno Pitagora, Eraclito, Parmenide e Democrito, i quali meriterebbero, ad avviso di chi scrive, una pubblicazione specifica.
3 J. Warren, I Presocratici, Einaudi, Torino 2009.
4 A. Capizzi - G. Casertano, a cura di, Forme del sapere nei Presocratici, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1987.
5 Utilizzo la celebre espressione della traduzione italiana di un libro di G. Thomson, I primi filosofi, Vallecchi, Firenze 1973. Sul fatto che questi pensatori possano o meno considerarsi “primi filosofi”, come noto, il discorso rimane aperto. Da ultimo (almeno a mia conoscenza) il bel testo di Livio Rossetti, La filosofia non nasce con Talete, e nemmeno con Socrate, Diogene, Bologna 2015. Faccio notare peraltro che la tematica è da sempre stata di grande interesse per Casertano, il quale nel 1977 aveva pubblicato La nascita della filosofia vista dai Greci (Il Tripode, Napoli; nuova edizione in questa stessa collana nel 2007), e nel 2008 ha realizzato una bella introduzione al mio Chi fu il primo filosofo? E dunque: cos’è la filosofia? (Il Prato, Padova).
6 In questa direzione sto cercando di realizzare, per la collana Profili della casa editrice La Scuola, un volume appunto sui Presocratici, che auspico possa vedere la luce nel 2020.
7 I Sofisti si occuparono, infatti, anche della natura (L. Grecchi, Natura, Unicopli, Milano 2018, pp.151-160). Ciò è mostrato dagli stessi studi di Casertano sui Sofisti, fra cui, in primis, Natura e istituzioni umane nelle dottrine dei Sofisti, Il Tripode, Napoli 1971.
8 L. Palumbo, a cura di, Logon didonai. La filosofia come esercizio del rendere ragione. Studi in onore di Giovanni Casertano, Loffredo, Napoli 2011, di ben 1034 pagine, a riprova delle amicali collaborazioni da Casertano poste in essere nei vari decenni di insegnamento presso l’Università di Napoli.
9 Cito, solo a titolo di esempio, la sua pionieristica interpretazione di Parmenide sfociata nel volume Parmenide: il metodo, la scienza, l’esperienza (Guida, Napoli 1978), la quale ha trovato anche negli ultimi anni importanti conferme (L. Rossetti, Un altro Parmenide, Diogene, Bologna 2017, 2 volumi).
10 G. Casertano, Il piacere, l’amore e la morte nelle dottrine dei Presocratici. Vol. I: Il piacere e il desiderio (Loffredo, Napoli 1983); Morte (Guida, Napoli 2004); questo sempre solo per limitarsi ai libri, ma davvero molti saggi potrebbero in tal senso essere citati, come si può evincere scorrendo on line il suo lunghissimo curriculum delle pubblicazioni.
11 G. Casertano, a cura di, Democrito. Dall’atomo alla città, Loffredo, Napoli 1983; Id., a cura di, Empedocle tra poesia, medicina, filosofia e politica, Loffredo, Napoli.
12 M. Vegetti, Platone. Repubblica, libro XI. Lettera XIV (Guida, Napoli 2004); E. Berti, Aristotele. Eubulo o della ricchezza. Dialogo perduto contro i governanti ricchi (Guida, Napoli 2004).
|