Una riscrittura integrale della storia della filosofia moderna e contemporanea è il presupposto per una nuova sintesi teorica per il momento non ancora esistente. Un percorso nel pensiero degli ultimi due secoli attraverso Hegel, Marx e Heidegger può aprire orizzonti imprevisti del tutto inaspettati secondo le letture tradizionali e collaudate. Questo breve saggio cerca di suggerire sia una riscrittura integrale sia un orizzonte imprevisto.
Hegel ha proposto un modello filosofico di padronanza concettuale delle nuove contraddizioni specifiche della modernità sulla base della stretta unione fra il recupero positivo dell’esperienza del negativo e del conflitto e la salvaguardia di un orizzonte trascendentale logico ed ontologico. Si tratta di un modello ancora valido, ed anzi insuperato nelle sue linee essenziali.
Marx ha genialmente concretizzato il rapporto filosofico fra negativo e positivo come rapporto storico intermodale fra capitalismo e comunismo. Nello stesso tempo, egli ha creduto di far bene abolendo l’orizzonte trascendentale logico ed ontologico. In questo modo, ha voltato le spalle a Hegel preferendogli la soluzione teorica dell’ultimo Schelling. Ma questa soluzione può rovesciarsi facilmente in positivismo, come in effetti è avvenuto.
Heidegger ha restaurato l’approccio trascendentale di Hegel nel Novecento, ma lo ha fatto in un modo assolutamente nuovo. La sua soluzione riflette una diminuzione della padronanza progettuale degli uomini sulla loro società a causa della risoluzione della storia della metafisica occidentale in tecnica planetaria con una connessa svolta antropologistica della filosofia.
Recuperare il senso del filo interrotto fra questi grandi maestri del pensiero significa fare un piccolo passo in avanti verso la padronanza concettuale delle contraddizioni storiche del presente.
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