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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 428

Cinzia Pieruccini

Nel Parco dei cervi. Caccia, allevamento e protezione nell'India antica. Cervi, antilopi e gazzelle.

ISBN 978-88-7588-356-0, 2023, pp. 56, formato 130x170 mm., Euro 10 – Collana “coralli di vita” [2].

In copertina: Grande Rilievo di Mahabalipuram (Tamil Nadu), particolare. Metà del VII secolo d.C. circa. Foto Pieruccini.

indice - presentazione - autore - sintesi

10,00

Secondo la letteratura buddhista, dopo aver ottenuto l’Illuminazione il Buddha pronuncia il suo primo e fondamentale sermone nel cosiddetto “Parco dei cervi” di Isipatana, nei pressi della città di Varanasi. Nel corso della sua vita itinerante nella pianura gangetica orientale, sosterà di nuovo in questo e in altri analoghi “parchi”, e vi impartirà i suoi insegnamenti. Ma in che cosa consisteva, esattamente, un “Parco dei cervi”? Attraverso l’analisi di fonti letterarie rilevanti, in pāli e in sanscrito, si cerca qui di comprendere quale fosse in origine la natura e la destinazione dei luoghi così definiti: potevano forse costituire tenute di caccia, o riserve di allevamento, o forse ancora boschi protetti, dove a cervi, antilopi, gazzelle e ad altri animali era garantita ospitalità e tutela. Ma, da qualunque realtà iniziale siano potuti derivare, questi “parchi” emergono infine nella tradizione buddhista come un tassello del messaggio di serenità e di compassione universale proclamato dal Buddha: emblematici luoghi di pace e di rispetto rivolto a tutti gli esseri viventi, fra i quali, in primo luogo, gli amabili “cervi”.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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