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«Ti auguro la fortuna di formarti un ideale nella vita per il quale tu possa sentirti la forza di batterti, e sono tanto spassionato che ti dico: qualunque esso sia», scriveva Giuseppe Boretti dal confino alla sorella, invitandola a subordinare la propria esistenza ad un principio di carattere universale, che fosse scientifico, filosofico o politico. Lui quell’ideale se lo formò e ad esso aderì fino in fondo, fino alla morte sul fronte dell’Ebro. Rinunciò al brillante avvenire cui sembrava destinato per nascita e talento per gettarsi a capofitto nella lotta antifascista e nella militanza comunista, conobbe il carcere, il confino, una rocambolesca fuga dall’Elba e, infine, l’arruolamento nelle Brigate Internazionali.
Cinque voci narranti ne ricostruiscono la breve ed avventurosa vita, ne cercano l’intima verità umana sullo sfondo di eventi cruciali del Novecento e nel colloquio con Giuseppe B., teso tra memoria personale, arduo confronto ed irrisolti interrogativi è la propria stessa storia che finiscono per ritrovare.
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