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Nota introduttiva
Dopo aver dato alle stampe tra il 1999 e il 2022 cinque miei studi,1 ho ritenuto utile ripubblicare qui con opportune e ponderate modifiche le Introduzioni a tali testi.
Lascio agli studiosi più interessati l’onere, se lo desidereranno, della consultazione dei passi originali in greco e in latino con le mie traduzioni e con le relative note in calce riguardanti singoli frammenti e singole testimonianze.
E.M.
1 Ecateo di Mileto Testimonianze e Frammenti, La Città del Sole, Napoli 1999; I Quattro Grandi Milesi Talete, Anassimandro, Anassimene, Ecateo (Testimonianze e Frammenti con testi originali a fronte), Liguori, Napoli 2005; Elio Aristide - Contro Platone, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli 2010; SOFOI, SOFISTI: FILOSOFI - Parmenide, Eraclito, Zenone, Protagora, Seniade, Gorgia, Licofrone, Prodico, Antifonte, Trasimaco, La Costituzione degli Ateniesi, Ippia, Anonimo di Giamblico, Demostene (passi scelti), e, in Appendice, Dissoi Logoi e Antistene: Declamazioni di Aiace e Odisseo (Testimonianze e Frammenti con testi originali a fronte), Liguori, Napoli 2014; Senofane ed Empedocle - Un confronto tra l’antica e l’attuale cosmologia (Testimonianze e Frammenti con testi originali a fronte), petite plaisance, Pistoia 2022.
Per riferire degli illustri precedenti all’impostazione del presente libro, Bacone ha osservato: «È qui, nella cultura umanistica (a partire da Petrarca) che matura il rifiuto della tesi aristotelica di una continuità nello svolgimento del pensiero che, avviato dai presocratici, culmina e si completa in quello di Aristotele. Il filosofo di Stagira non è affatto il continuatore e il perfezionatore della filosofia e della scienza arcaiche. Anzi ne è il calunniatore e il falsificato re. La via proposta da Aristotele è contraria e alternativa a quella dei più antichi filosofi-scienziati». Lo stesso dicasi di Platone. Ma più indignato di Bacone è Giordano Bruno, secondo cui: «Egli [Aristotele; n.d.r.] non solo non aveva apprezzato le dottrine dei filosofi antichi, suoi predecessori, ma, citandoli, ne aveva distorto il pensiero “malamente e scioccamente riportando le opinioni de gli antiqui, e de maniera tal sconcia, che né manco gli fanciulli e le insensate vecchie parlerebono e intenderebono come io introduco quelli galant’uomini intendere e parlare”». L’autore del presente libro, trattando degli “Antichi Filosofi”, si inserisce nella linea di pensiero tracciata dai due grandi appena citati a titolo esemplificativo, ma in qualche modo presente in quanti altri abbiano esercitato fino in fondo il loro spirito critico.
L’Autore risponde a eventuali osservazioni o critiche scrivendo a:
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