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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 478

Salvatore Bravo

La contraddizione come problema e la Filosofia in Mao Tse-tung.

ISBN 978-88-7588-378-2, 2024, pp. 216, formato 140x210 mm., Euro 25 – Collana “Divergenze” [89].

In copertina: Mao Tse-tung al suo tavolo di lavoro e l'ideogramma che significa «contraddizione».

indice - presentazione - autore - sintesi

25,00

Ogni testo è intreccio di incontri e di parole. Un saggio non ha il suo inizio nel gesto della scrittura, ma è parola viva, dialogo che prepara la scrittura e la sollecita.

Devo agli amici, con cui condivido percorsi di ricerca comunitaria, la scrittura del presente il saggio costituito da riflessioni tematiche sulla politica-filosofia di Mao Tse-tung e sul maoismo. Carmine Fiorillo ha sostenuto il mio interesse per il comunismo orientale. Interessi e passioni si spengono o perdono il mordente, se sono solitarie. L’essere umano conferma la sua natura comunitaria nelle passioni come nella pratica della “ragion critica”.

I dubbi e le ipotesi sul Grande Balzo, in particolare, sono stati discussi, fino a giungere ad una comune ipotesi sulle cause del disastro umano che comportò. Carmine Fiorillo in una conversazione telefonica usò le parole “intrasformabilità del pensiero”.

La rivoluzione è prassi, è radicale in quanto tematizza categorie dell’economico che la quotidiana ipostatizzazione naturalizza al punto che esse possono rendersi invisibili agli occhi della mente. Il pensiero umano diventa allora intrasformabile, non urta contro il “non io” della categoria che fonda la sottomissione, il denaro, e non lo concettualizza nella sua storicità, ma lo sterilizza naturalizzandolo, lo “percepisce” come perenne e intrascendibile.

L’intrasformabilità del pensiero sterilizza l’immaginazione concettuale: la categoria del denaro è resa non più visibile, come fosse connaturata all’uomo che agisce dunque al pari del «pesce che non vede l’acqua»; nello stesso modo il denaro è nelle relazioni, le configura, ma non è pensato. La prassi incontra il suo limite nel “non pensato/non desiderato” e quest’ultimo non si converte in azione.

Un modello altro di società dev’essere radicale, deve pensare l’ovvio dogmatizzato per scendere nell’abisso delle pratiche del dominio e pensare la radice prima del male: solo in tal modo il pensiero si trasforma in desiderio e in testimonianza di un altro modo di esserci che ha il suo inizio nel presente. La progettualità è orientata verso il futuro, ma si radica nel presente. La testimonianza viva di una compiuta rigenerazione concettuale non resta racchiusa nel forziere della mente, ma si trasmuta in azione che invita a pensare e a rendere ciò che sembrava impossibile “reale e razionale”. La trasformabilità del pensiero diventa convertere, come il termine latino suggerisce è un volgere/cambiare che vive nella persona e nel corpo sociale in modo integrale. Siamo nella caverna del denaro, è la nostra oscurità, e come tale ci acceca al punto da normalizzare il “buio-violenza della quantità-crematistica”: condizione naturalizzata che irrigidisce le relazioni in rapporti inautentici. La trasformabilità del pensiero è relazione che rende effettiva la rivoluzione nel presente e diventa “il fuoco creativo” per nuove trasformazioni/conversioni. Il lento incedere della trasformabilità del pensiero non può che essere in tensione e in lotta con l’intrasformabilità dello stesso, poiché conduce alla consapevolezza che in ogni essere umano vi sono categorie assimilate simili all’aria che respiriamo e dunque, vi sono automatismi del pensiero non concettualizzati. La nostra umanità si può anche smarrire e irrigidirsi in schematismi ipostatizzati rinunciando a priori alle potenzialità dell’immaginazione con cui esplorare possibilità di vita e di pensiero diverse da quelle immediatamente prescritte e/o vigenti. Tale passivizzante “intrasformabilità” congela il desiderio rivoluzionario, diventa la corrente fredda che isterilisce l’immaginazione rivoluzionaria e riproduce i rapporti crematistici e di sussunzione formale e materiale nel progetto rivoluzionario, il quale si genera già eroso da una profonda deficienza interna. Il denaro, come categoria sacrale indiscutibile, è lo strumento della riproduzione delle relazioni anti-comunitarie e anti-comuniste ed ha continuato, così non altrimenti pensato e immaginato, ad operare anche nel comunismo reale.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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