Editrice Petite Plaisance

Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 489

Maurizio Migliori

Il Gorgia di Platone. La “domanda” chiave del dialogo, il testo, il contesto, il cotesto, guida alla lettura e all’interpretazione, con tracce di ricerca. Prefazionedi Federica Piangerelli, Repertorio bibliograficoa cura di Lucia Palpacelli.

ISBN 978-88-7588-405-5, 2024, pp. 384, formato 140x210 mm., Euro 35 – Collana “il giogo” [195]

In copertina: Paul Klee, La chiave spezzata, 1938.

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A distanza di venticinque anni l’editrice Petite Plaisance, in collaborazione con la Scuola di Macerata (G. Capasso, F. Eustacchi, A. Fermani, L. Palpacelli, F. Piangerelli), con il presente volume rende omaggio a Maurizio Migliori a un anno dalla sua scomparsa e lo fa riproponendo un suo testo prezioso, ma ormai introvabile: la traduzione del Gorgia di Platone, pubblicata per la prima volta nel 2000 da La Nuova Italia. Il Gorgia è fra i dialoghi platonici più popolari perché affronta alcuni argomenti centrali nel pensiero di Platone e nella filosofia antica nel suo insieme. Il tema principale è il conflitto tra filosofia e retorica: è giustificabile la retorica? È utile nella vita associata? Da queste domande prende avvio il confronto fra Socrate e il maestro sofista Gorgia, che assume un andamento drammatico e tocca altri temi fondamentali: la “vita buona”, il ruolo che in essa va riconosciuto al piacere, l’educazione del cittadino, la “misura” e il bene, cioè il criterio con cui si giudica la vita del singolo. Il dialogo è riproposto qui in una traduzione che ne rende più fruibili i pregi letterari e più chiara la comprensione della trama concettuale.

L’apparato critico (che è arricchito da una ampia guida alla lettura e all’interpretazione) fornisce le informazioni necessarie sul movimento sofistico, sulla politica ad Atene, sulla figura di Gorgia come retore, sulla riflessione etica prima di Platone, sul modo di intendere il piacere da parte del pensiero greco, e infine sull’incidenza della forma dialogica nel modo di concepire la filosofia da parte di Platone, a cavallo fra dottrine scritte e dottrine orali.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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