Il pensiero filosofico originale di Marx, nonostante la presenza di una metafisica influente di tipo grande-narrativo e deterministico-naturalistico, è nell’essenziale una forma di ontologia sociale. Si tratta, dunque, di una forma filosofica del discorso pienamente valida ed attuale.
Il marxismo successivo, tuttavia, scisso fra una filosofia idealistico-astratta della rivoluzione ed una ideologia manipolatoria della legittimazione del potere, non è stato in grado di svolgere in modo adeguato l’impostazione marxiana originaria.
Ciò è stato in vario modo registrato dai punti alti del pensiero borghese del Novecento in particolar modo da Max Weber e da Martin Heidegger che hanno teorizzato l’intrascendibilità metafisica dell’orizzonte sociale capitalistico sulla base di una concezione della storicità come destino irreversibile.
In determinata opposizione a tali concezioni un grande filosofo contemporaneo, Ernst Bloch, ha gettato le basi di una teoria ontologica della possibilità concreta per realizzare il “novum” utopico nel tempo storico. Tuttavia, soltanto con l’«Ontologia dell’essere sociale» di Lukàcs si è in presenza di una vera proposta ampia ed organica in grado di riprendere in modo attuale l’originaria impostazione marxiana. Questo è tuttavia soltanto un punto di partenza. Il cammino verso una forma filosofica del discorso adeguata al materialismo storico del futuro e a una ridefinizione filosoficamente valida del vecchio concetto di “sinistra”, attualmente quasi polverizzatosi , è appena iniziato.
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