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Nel 1961 H. Arendt aveva correttamente previsto che la «crisi dell’istruzione» che travagliava le scuole primarie e secondarie negli Stati Uniti, dove «le più moderne teorie pedagogiche», «incredibile guazzabuglio di idee sensate e di assurdità», «sotto il pretesto dell’educazione progressista», erano state accolte in maniera «acritica e servile», sarebbe stata esportata negli altri paesi. A. Gramsci aveva già correttamente previsto che quelle teorie avrebbero portato da una società divisa in classi a una divisa in caste. Oggi numerosi sono i segni del tentativo di importare nella didattica universitaria in Italia le idee, gli slogan e le pratiche del pedagogismo, il cui impatto sarebbe esiziale per la tenuta del residuo di funzionalità che ancora vi si conserva, proprio come esso è stato funesto per la funzionalità della scuola primaria e secondaria negli Stati Uniti, e ovunque sia stato introdotto nelle scuole, Italia inclusa. Questo libro descrive le idee fondanti, gli slogan, e le pratiche del pedagogismo, per saperlo ravvisare nei segni che preludono alla sua introduzione nell’insegnamento universitario, nella speranza che, riconoscendolo, se ne possa scongiurare l’ingresso.
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