Alla luce della lunga durata della storia secolare della società capitalistica in via di mondializzazione il “cuore” del Novecento (1914-1991) non appare come il teatro del delirio produttivistico dell’homo faber o dello scatenamento delle ideologie assassine, ma al contrario come una battuta di arresto di un processo di mercantilizzazione universale e di mercificazione degli ambiti di vita. Questo processo è recentemente ripreso con forza sotto l’egemonia di un nuovo sistema imperiale. Lo scenario è dunque completamente cambiato rispetto a quello precedente che veniva interpretato alla luce della dicotomia fra Destra e Sinistra.
In questo nuovo scenario è inevitabile che Karl Marx e Friedrich Nietzsche debbano essere letti, interrogati ed interpretati con approcci radicalmente diversi da quelli consueti. Questo saggio vuole essere un primo ed ancora imperfetto tentativo per favorire questo nuovo approccio. Nell’introduzione è brevemente tracciato il cammino storico in direzione di un nuovo capitalismo “totalitario”, e quindi postborghese, postpopolare e postproletario, caratterizzato da un’inedita struttura di classe e da una nuova (non) cultura. In quattro capitoli successivi Marx e Nietzsche vengono contestualizzati al periodo storico in cui vissero e crearono, viene ricostruito l’ambiente in cui sorsero successivamente il marxismo ed il niccianesimo, viene segnalato il contesto della Postmodernità in cui Nietzsche fu usato a “sinistra” come critico delle grandi narrazioni, ed infine viene disegnato il nuovo scenario imperiale attuale che ne sollecita una lettura completamente diversa. Lo scopo di questo breve saggio è di favorire un riorientamento gestaltico globale nell’approccio a Marx e a Nietzsche, di “traghettare” i lettori pensosi e critici verso nuovi orizzonti ermeneutici.