Questo libro cerca di argomentare la tesi della centralità dell’uomo nella filosofia greca antica. Esso si divide in cinque parti. Nella prima sarà effettuata una trattazione, di carattere insieme storico e teoretico, delle principali interpretazioni del pensiero greco antico. In essa si sosterrà, appunto, la tesi del sostanziale umanesimo della filosofia greca, confutando le tesi che si argomenteranno non corrette del fisiocentrismo, del teocentrismo e dell’ontocentrismo della stessa. Nelle restanti parti si ripercorreranno invece, autore per autore, tutti i contenuti umanistici del pensiero greco, da Omero all’ellenismo del III secolo a.C.
Come in tutti i libri, ma in questo in maniera particolare, sono state importanti le scelte preliminari. La prima è stata quella del periodo considerato, che va sostanzialmente dall’VIII al III secolo a.C. Si è ritenuto di non estendere ulteriormente questo arco temporale, in cui sono emersi i principali contenuti del pensiero greco (e, probabilmente, del pensiero filosofico in generale), per almeno tre motivi. Il primo è che tale periodo è già abbastanza lungo. Il secondo è che, successivamente al periodo considerato, vi sono state soprattutto riprese delle medesime tematiche. Il terzo è che questo libro sarà seguito da un altro testo intitolato L’umanesimo di xe "Plotino"Plotino, che si occuperà in parte anche dei successivi sei secoli.
La seconda scelta, che si è imposta in ogni momento della redazione, ha riguardato gli autori da inserire o da non inserire e, all’interno degli stessi, i temi da trattare o da non trattare (oltre che il come ed il quanto trattarli). Ho cercato, per quanto possibile, di evitare le maggiori omissioni, ma è bene chiarire che questo libro non è una storia della filosofia greca antica. Dovendo trattare sostanzialmente dell’umanesimo, ha pertanto utilizzato differenti criteri selettivi rispetto a quelli tradizionali dei manuali, sacrificando molti contenuti.
Aggiungo infine che questo lavoro, per l’ampiezza del periodo analizzato, per la complessità del contenuto culturale, e per la necessaria sintesi che ha dovuto realizzare, rischia di prestare il fianco ad innumerevoli critiche. Ciò nonostante, ho ritenuto opportuno ugualmente pubblicarlo, affinché esso possa in ogni caso servire da stimolo per il dialogo filosofico. La speranza è infatti, per motivi di anagrafe e di passione, di potermi occupare della filosofia greca antica per molti anni ancora. Avrò dunque tempo per ritornare su questi argomenti.