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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 166

Cecilia Meireles

Misura del significato e altre poesie. Traduzione, postfazione e cura di Simonetta Masin.

ISBN 88-7588-046-8, 2010, pp. 80, formato 140x210 mm., Euro 10 – Collana “Filo di perle”.

In copertina: Egon Schiele, Donna seduta, 1918.

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10,00

Cecília Benevides de Carvalho Meireles nasce a Rio de Janeiro il 7 novembre 1901 e qui muore il 9 novembre 1964.

È poetessa, narratrice, professoressa universitaria, esperta di pedagogia, giornalista. Trascorre un’infanzia infelice, segnata dalla morte, prima della sua nascita di tre fratelli, poi quella del padre, morto tre mesi prima che lei nascesse, e della madre avvenuta tre anni dopo che lei era nata. Venne così cresciuta dalla nonna materna, Jacinta Garcia Benevides, portoghese, originaria delle Azzorre. Nel 1922 aderisce alle proposte del Movimento Modernista Brasiliano e partecipa al gruppo della rivista Festa. Collabora con diversi quotidiani, in particolare con Diário de Notícias (1930-1933) con una pagina giornaliera su tematiche legate all’educazione. Nel 1932 firma il Manifesto dos Pioneiros da Educação Nova, che segna l’inizio del rinnovamento dell’educazione in Brasile. Nel 1934 è incaricata dalla Secretaria de Educação da Prefeitura do Distrito Federal a dirigere un Centro Infantile, dove crea la prima biblioteca infantile di Rio de Janeiro con lo scopo di offrire varie attività educative e ricreative.

Fu insignita di numerosi riconoscimenti tra i quali si evidenziano: nel 1938 il Premio Olavo Bilac dell’Academia Brasileira de Letras per il libro di poesie Viagem, pubblicato l’anno seguente; Premio Machado de Assis assegnatole per la sua opera dall’Academia Brasileira de Letras.

La produzione poetica di Cecília Meireles inizia con la raccolta di poesie dal titolo Espectros (1919). In seguito pubblica: Nunca mais… e Poemas dos poemas (1923); Baladas para el-rei (1925), Saudação à menina de Portugal (1930), Viagem (1939), Vaga Música (1942), Mar abosluto e outros poemas (1945), Retrato Natural (1949), Amor em Leonoreta (1951), Doze noturnos da Holanda & O aeronauta (1952), Romanceiro da Inconfidência (1953), Pequeno Oratório de Santa Clara (1955), Pistóia, Cimitério Militar Brasileiro (1955), Canções (1956), Romance de Santa Cecília (1957), Metal Rosicler (1960), Poemas escritos na Índia (1961), Solombra (1963), Ou isto ou aquilo (1964), Poemas italianos (1968), Poesias completas (1973/4) 9 vol., Poesia completa (Edizione per il centenario, 2 vol., 2001).



Simonetta Masin è nata a Este e vive a Padova. È Dottore di Ricerca in Romanistica. Ha ottenuto, per tre anni di seguito, la borsa di studio dell’Instituto Camões di Lisbona e ha svolto attività didattica in Storia della letteratura portoghese presso l’Università degli Studi di Padova. Ha pubblicato diversi interventi su riviste specializzate in critica letteraria, nazionali e internazionali. Ha tradotto e pubblicato in volume e su rivista testi di poesia e prosa dal portoghese. Ha curato incontri sulla poesia di lingua portoghese. Per la rivista L’Immaginazone dell’ed. Manni ha pubblicato traduzioni di poesia di lingua portoghese di Ana Hatherly, Nuno Júdice e José Jorge Letria. Ha curato la traduzione dei testi per la realizzazione di due spettacoli in omaggio a José Saramago e alla poesia di lingua portoghese. Con sue traduzioni di poesia e prosa ha collaborato con Mirano Oltre 2014 per l’incontro-reading dedicato al Portogallo. Per la libreria delle donne Lìbrati di Padova ha curato il Reading dal titolo La memoria è un silenzio che attende. Scrive poesie e alcuni suoi testi sono stati segnalati e premiati in diversi premi di poesia. Collabora con il blog portoghese http://aviagemdosargonautas.net/ nella rubrica di letteratura del sabato in cui pubblica sue traduzioni in italiano di poesia e prosa di lingua portoghese e sue poesie.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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