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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 207

Marco Apolloni

Rousseau e la filosofia dell’originario.

ISBN 978-88-7588-120-7, 2013, pp. 96, formato 140x210 mm., Euro 12 – Collana “Divergenze” [50]

In copertina: Caspar David Friedrich, Il mare di ghiaccio, 1824. Olio su tela. Amburgo, Hamburger Kunsthalle.

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12,00

Scrittore, musicista, polemista, filosofo, teorico della politica, botanico... questo fu Jean-Jacques Rousseau. Di tutti gli aspetti che si possono menzionare dell’eclettica figura umana e intellettuale del Ginevrino, ce n’è uno in particolare sul quale l’Autore si sofferma: la sua filosofia dell’originario, che ruota attorno al concetto di rivoluzione.

Il termine rivoluzione, usato in un contesto che ha per soggetto Rousseau, dev’essere inteso come un ritorno alle origini, come un revolvere, cioè tornare indietro all’originario stato di natura; nel quale l’uomo era ancora il principe assoluto del creato, sottoposto soltanto al Creatore stesso, che lo considerava non solo un suo favorito, ma addirittura il suo figliolo prediletto.

Come scrive l’Autore in questo suo saggio: «Finché la legge non sarà davvero uguale per tutti, finché un solo uomo godrà di privilegi maggiori rispetto ai suoi simili, finché la disuguaglianza continuerà a scavare trincee fra uomo e uomo invece che edificare ponti e a dividere invece che unire, allora le rivoluzioni avranno ancora la loro piena raison d’être. Rispetto a Marx e a molti suoi seguaci, non dobbiamo però pensare che esse dovranno venire – per forza di cose – combattute coi fucili spianati».

 



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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