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Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna? - K. BLIXEN
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Cat.n. 485

Valentino Saccà

Solitudini urbane. Viaggio sentimentale e spettrale nel cinema di Tsai Ming-liang. In dialogo con Barbara Rossi (Da Che ora è laggiù? a Il gusto dell’anguria: la geografia dei non luoghi e il tempo come Kairos) e con Barbara Grassi - Francesco Saverio Marzaduri (Le scatole cinesi secondo Tsai Ming-liang). Prefazione di Juri Saitta.

ISBN 978-88-7588-411-6, 2024, pp. 168, formato 140x210 mm., Euro 15 – Collana “il pensiero e il suo schermo” [12].

In copertina: Immagini da tre film di Tsai Ming-liang: Il gusto dell’anguria, Il fiume, I don’t want to sleep alone.

indice - presentazione - autore - sintesi

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Tsai Ming-liang è una delle figure di punta della seconda ondata del Nuovo Cinema di Taiwan, esordisce nei primi anni Novanta. Caratterizzato da uno stile molto personale e radicale, consente allo spettatore di cogliere immediatamente il tocco della sua regia, ovvero un lento susseguirsi di inquadrature statiche ed indulgenti, come se fossero molteplici pitture in sequenza, in un’ottica molto distante dalle produzioni mainstream.

Ming-liang, porta avanti una visione di cinema anti-spettacolare lontana mille miglia dal richiamo mainstream, dove il valore cultuale e mostrativo del cinema, come forma di spettacolo e intrattenimento, viene sostituito dalla costante osservazione della banale decadenza del quotidiano.

Prima di qualsiasi discorso sociale e umano, a Ming-liang interessa sbirciare nelle pieghe della misera quotidianità, imponendo ad ogni fotogramma la straziante inerzia dell’attesa di un cambiamento.

Andando a snidare la più infinitesimale e apparentemente insignificante porzione di sguardo, ha creato una nuova visione di cinema che prosegue su una doppia traiettoria. La sua visione personale sul mondo e sull’umanità, che contraddistingue il proprio stile, e la visione che dovrebbe tenere lo spettatore posto davanti a un suo film, cambiando completamente approccio di lettura nei riguardi dell’oggetto filmico.

Si potrebbe parlare di una rieducazione allo sguardo spettatoriale, severa e intransigente, atta a risvegliare una coscienza critica e di giudizio lavorando proprio su valori estetici, solitamente poco appaganti per il fruitore abituato a una saturazione visiva e sonora.



Ci rivolgiamo a lettori che vogliano imparare qualcosa di nuovo, che dunque vogliano pure pensare da sé (K. Marx). – Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada (Eraclito). – ... se uno ha veramente a cuore la sapienza, non la ricerchi in vani giri, come di chi volesse raccogliere le foglie cadute da una pianta e già disperse dal vento, sperando di rimetterle sul ramo. La sapienza è una pianta che rinasce solo dalla radice, una e molteplice. Chi vuol vederla frondeggiare alla luce discenda nel profondo, là dove opera il dio, segua il germoglio nel suo cammino verticale e avrà del retto desiderio il retto adempimento: dovunque egli sia non gli occorre altro viaggio (M. Guidacci).

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